ASI) La notizia è quasi certa: il 69enne Benjamin Netanyahu sarà, con tutta probabilità, premier israeliano per la quinta volta e il più longevo dopo Ben Gurion.

I dati che emergono, al 99% degli scrutini, sottolineano che il suo partito Likud è in vantaggio al 26,47%, contro il 26,11% di quello “Blu e Bianco” che ha candidato lo sfidante Benny Gantz. Il capo dell’esecutivo uscente otterrà così, all’interno dell’organo legislativo, 65 seggi su 120, malgrado le recenti accuse di corruzione. L’affluenza, registrata ieri alle urne, si è attestata al 67%, il 4% in meno rispetto all’appuntamento elettorale del 2015. Il presidente americano, Donald Trump, ha telefonato al vincitore per esprimergli le proprie congratulazioni e confermargli il pieno appoggio della Casa Bianca. I due leader sono stati al centro, però, di una durissima critica da parte dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, secondo cui l’agenda “estremistica e militaristica” del numero uno di Tel Aviv “è stata incoraggiata dalle politiche sconsiderate e dal cieco sostegno” dell’amministrazione di Washington. Lo ha affermato Hanan Ashrawi, che ha definito poi la Knesset “un parlamento razzista e xenofobo”.

Marco Paganeli – Agenzia Stampa Italia

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