(ASI) La legge marziale è entrata in vigore ieri, in alcune regioni dell’Ucraina, in seguito alla battaglia navale con la Russia di domenica scorsa e all’arresto di 24 marinai a bordo delle imbarcazioni sequestrate.

Mosca ha risposto a ciò non autorizzando 35 navi di Kiev ad attraversare lo stretto di Kerch, nonostante la riapertura della zona al traffico commerciale e i numerosi inviti della comunità internazionale a garantire la libertà di navigazione. “Tutti i nostri porti sul Mare d’Azov sono stati bloccati” dai russi, ha fatto sapere così il diplomatico di Kiev, Volodymyr Omelian. La situazione rischia dunque di andare fuori controllo. Il Cremlino stanzierà infatti, entro fine anno, altre batterie dei potenti missili S400 nella regione della Crimea. La tensione qui è davvero palpabile. Vladimir Putin ha mobilitato anche 150 mila soldati ed è tornato ad accusare il leader della controparte, Petro Poroshenko, di aver causato l’azione di domenica scorsa. “E’ stato un dovere militare” fermare le imbarcazioni nemiche, ha commentato lo zar. L’ambasciatore americano nella capitale Valery Chaly ha invitato, secondo i media locali, la Casa Bianca ad assumere “una posizione molto dura”. Il pentagono potrebbe inviare quindi, a parere di molti analisti, i propri jet e navi per aiutare direttamente l’Ucraina nella lotta contro Mosca.

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