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(ASI) Ancora una volta il “Giardino delle donne” di Kabul, ribattezzato Sharhara Garden, è simbolo di opportunità e di speranza per le donne in Afghanistan.

 Alcune settimane fa, le donne di Kabul hanno affollato il giardino per iscriversi ai corsi organizzati dal Centro di Formazione Professionale Femminile della Cooperazione Italiana in collaborazione col Ministero Afgano degli Affari Femminili.

Sono state in maggioranza studentesse universitarie e insegnanti a conquistarsi i quattrocento posti nelle classi di inglese e trecentosessanta in quelle di computer, mentre i trenta dei corsi di cucina e catering sono andati a donne di casa che hanno bisogno di guadagnarsi da vivere. La specializzazione in taglio gemme e la formazione di elettriciste (ventiquattro posti) è seguita invece da allieve di diverse estrazioni.

Senza dimenticare il corso più innovativo avviato quest’anno: una scuola guida femminile che immetterà nel caotico traffico di Kabul centoventi autiste.

Tutte le iscritte ai corsi hanno una cosa in comune: la forte motivazione a imparare, lavorare ed emanciparsi, uno dei requisiti richiesti al momento dell’ammissione. I corsi offerti dalla Cooperazione Italiana, che hanno già portato alla creazione dell’unica ditta femminile di taglio gemme, Sultan Razia, e all’unico ristorante gestito da donne a Kabul, Hamesha Bahar, sono una delle rare opportunità di formazione che consente di raggiungere simili traguardi.

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