Dall’Italia nuove bombe ai sauditi per bombardare lo Yemen

bombe arabia italia 1(ASI) Tra i principali export italiani uno tra i più in salute è sicuramente quello delle armi. Gli ultimi dati forniti dall’Istat sul commercio estero dicono infatti che l’Italia ha esportato oltre 123 tonnellate di armi, in prevalenza bombe, per un valore di 4,6 milioni di euro alla sola Arabia saudita lo scorso marzo, più o meno in contemporanea con la risoluzione approvata sempre a marzo a maggioranza dal Parlamento europeo per un embargo all’invio di armi all’Arabia Saudita che le utilizza in Yemen. Il Parlamento europeo ha deciso l’embargo in considerazione delle “gravi accuse di violazione del diritto umanitario internazionale da parte dei sauditi in Yemen”.


In più occasioni i raid aerei sauditi hanno infatti più volte compito obiettivi civili, in particolare ospedali, scuole e altri luoghi simili.
Nello specifico le bombe inviate in Arabia Saudita sarebbero quelle prodotte nello stabilimento sardo di Domusnovas dalla Rwm Italia, azienda tedesca del gruppo Rheinmetall, che già in passato aveva inviato armi a Riyad, come denunciato anche da alcuni politici.
In passato la Rwm Italia aveva ottenuto la regolare autorizzazione per l’esportazione di diverse tipologie di bombe aeree, molte delle quali inviate proprio all’Arabia Saudita dopo l’intervento militare della coalizione militare a guida saudita in Yemen che è stato messo in atto dal marzo 2015 senza alcuna legittimazione da parte delle Nazioni Unite.
Una guerra che sta avendo conseguenze devastanti. Oltre 6.400 morti metà dei quali civili e 30.000 feriti; più di 2 milioni e 800.000 sfollati su una popolazione di 26 milioni di abitanti. Tra questi 785 bambini morti, 1.168 feriti, circa 320.000 malnutriti. Bambini che muoiono o addirittura vengono incarcerati come prigionieri di guerra. Ospedali e strutture sanitarie bombardate, nello spregio più totale del diritto umanitario internazionale. Secondo l’Onu- che distribuisce già cibo a 3 milioni di persone tramite il World food program- almeno 7,6 milioni di persone hanno bisogno di assistenza alimentare.
E l’Italia fa la sua parte come sempre nel modo sbagliato.

Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia

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