(ASI) La crisi migratoria, con accento su diritti umani e lotta al terrorismo, il rafforzamento della cooperazione regionale dell'Europa centrale, soprattutto in tema di connettività, e il ruolo dell'InCE (Iniziativa centro-europea) nelle strategie macroregionali dell'Unione Europa.
Sono questi i temi principali della ministeriale Esteri dell'InCE che si tiene oggi a Banja Luka sotto la Presidenza di turno della Bosnia Erzegovina.  

La riunione si articola in una sessione plenaria, seguita da una conferenza stampa e da un pranzo di lavoro.  

L'InCE è la prima organizzazione regionale operante nel Centro e Sud Est Europa e la più articolata. Istituita nel 1989 a Budapest con il nome di "Quadrangolare", si è poi estesa nel corso degli anni, assumendo nel 1992 il suo nome attuale, fino a contare oggi 18 Paesi membri, di cui 10 sono anche membri Ue (Austria, Bulgaria, Croazia, Italia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Ungheria), 5 sono inclusi nelle future prospettive di allargamento (Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Montenegro, Serbia) e 3 sono beneficiari di politiche di vicinato (Bielorussia, Moldova e Ucraina).

Dal 1 gennaio 2016 la Bosnia-Erzegovina è succeduta alla Macedonia nella Presidenza di turno. L'Iniziativa dispone di un Segretariato Esecutivo, che ha sede a Trieste ed è guidato dal 2013 dall'Amb. Giovanni Caracciolo, e di un Ufficio di collegamento tra l'Ince e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Bers) di Londra, in parte dislocato a Trieste e in parte a Londra. Diversi i settori di attività dell'Iniziativa, dallo sviluppo economico (clima, ambiente, energie rinnovabili, sviluppo d'impresa, turismo, trasporti, agricoltura sostenibile) a quello umano (formazione delle risorse umane, information society, media, scienza e tecnologia, cooperazione inter-culturale e tutela delle minoranze).

Fonte e foto. www.esteri.it

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