Le dichiarazioni di Draghi: un avvertimento alla Grecia?

(ASI) Oggi,  in queste ultime ore di trattative frenetiche si sta decidendo il futuro della Grecia e, implicitamente dell'Europa.

Fra pochi giorni scade il termine per il pagamento degli esosi interessi sul prestito, che lo Stato ellenico ha ricevuto soprattutto dal Fondo Monetario Internazionale - che, com'è noto, è un'istituzione estranea alla Comunità Europea ovvero una filiazione di "disinvolti" finanzieri made in USA. Il problema è anche questo: se la Grecia dovesse uscire dal sitema euro, automaticamente uscirebbe dall'alleanza militare della Nato. Ciò significa che la basi militari USA-NATO, attualmente sul suolo ellenico, dovrebbero essere abbandonate. Con conseguente alleggerimento della pressione militare USA-NATO sulla Russia. La domanda è: gli USA ed i loro alleati permetterebbero tutto ciò? Allora le dichiarazioni di Draghi, secondo cui la crisi della Grecia fuori dall'euro avrebbe effetti imporevedibili, potrebbero suonare come un messaggio in codice. Come dire: "Tsipras, attento a quello che farete". Però ricordiamo che Tsipras è al governo grazie alla sovrana volontà popolare ed agisce su mandato democratico dei Greci. Cosa potrebbe ribaltare tali dinamiche politiche, se non un colpo di stato militare? In pratica ciò che è accaduto in passato ( anno 1967) quando i colonnelli greci presero il potere con metodi antidemocratici, ispirati dagli USA e nell'interesse degli USA. Quindi Tsipras si trova di fronte ad una radicale scelta: dare un futuro ai greci o togliere loro il pane per soddisfare il famelico fondo internazionale? Legittime domande, le nostre, alle quali tutti attendono un convincente risposta.

Redazione Agenzia Stampa Italia

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