L'Open Society Institute di George Soros a un passo dall'espulsione dalla Russia. Su richiesta di deputati russi nazional-comunisti

(ASI) Mosca - I due deputati russi nazional-comunisti della Duma, Valery Rashkin e Sergei Obukhov, hanno presentato una formale richiesta all'ufficio del procuratore generale per l'inserimento dell' Open Society Institute di George Soros fra le istituzioni internazionali considerate come "ndesiderate" in Russia.

Tutto ciò in conformità con la legge entrata in vigore il 3 giugno, in base alla quele le ONG (Organizzazioni Non Governative) straniere possono essere dichiarate "organizzazioni indesiderate". Una lista in cui vengono poste quelle organizzazioni ritenute una minaccia per la costituzione, la difesa e la sicurezza della Russia. A queste organizzazioni è fatto divieto di lavorare e di far circolare materiale politico ed informativo in Russia. Di più, tutti i loro uffici e filiali saranno chiusi.
"L'attività anti-russa di Soros deve essere dichiarata illegale e dannosa per la Russia, prima che diventi distruttiva, come lo è stata in Ucraina, in Georgia e in molti altri Paesi" , hanno dichiarato i due politici russi. Sempre secondo i due nazional-comunisti russi, George Soros, che è un finanziere statunitense di origine ebraico-ungherese, è l'ideatore e il presidente di fondazioni , apparentemente, di beneficenza accusate di essere il braccio operativo della destabilizzazione politico ed economica in diverse nazioni del mondo.
In Russia la decisione di dichiarare una o più ONG straniere 'organizzazioni indesiderate' e quindi fuori legge è di esclusiva competenza del procuratore generale o del suo vice, sulla base di consultazioni con il ministero degli Esteri. Spetterà poi al Ministero della Giustizia redigere e far pubblicare un elenco con tutte le organizzazioni non governative indesiderate.


Redazione Agenzia Stampa Italia

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