“Pulizia etnica” a Gaza: Israele si rifiuta di collaborare con commissione Onu per diritti umani

(ASI) Israele ha fatto sapere  che non collaborerà con l'indagine delle Nazioni Unite sui crimini di guerra che l'esercito di Tel Aviv ha commesso durante la sua recente aggressione contro la Striscia di Gaza.

Così motiva la sua decisione: "Dal momento che i lavori della commissione Schabas non sono il frutto  di  un'indagine ma è una commissione che formula le sue  conclusioni in anticipo, in merito all'ultimo conflitto con Hamas ,  Israele non intende cooperare, con la Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani ",. Questo è quanto esplicitato nel comunicato del ministero degli esteri israeliano.
Il ministero degli esteri israeliano ha confermato questa decisione mercoledì, respingendo la richiesta fatta da parte di tre membri del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, bloccando i 3 membri nella capitale della  Giordania Amman.
La commissione era stata incaricata di indagare sui numerosi  crimini di guerra israeliani e violazioni internazionali dei diritti umani durante la guerra di 51 giorni su Gaza.
Nel mese di agosto, l'avvocato canadese William Schabas era stato nominato a capo della commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite e il suo rapporto, ha tentato di  portare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu davanti ad un tribunale  internazionale, per rispondere penalmente  dei crimini commessi.

Però per comprendere e giudicare la questione, dobbiamo risalire ai fatti. Per 50 lunghi giorni Israele ha attaccato il popolo palestinese della striscia di Gaza. La guerra si è conclusa il 26 agosto grazie alla mediazione egiziana .
Israele ha iniziato gli attacchi aerei ai primi di luglio, infliggendo pesanti perdite ai palestinesi praticamente disarmati. Moltissime le vittime.  In gran parte erano civili, tra cui donne, bambini e anziani, uccisi senza pietà  nei 51 giorni  dell'assalto dei soldati ebrei attuato nella Striscia di  Gaza. Un’offensiva  militare israeliana – l’ennesima –  di  inaudita violenza,  che ha fatto un massacro: oltre 2.200 morti, 11.000 sono rimasti feriti. Case, centrale elettrica ed ospedali completamente distrutti. Israele si è macchiata di un vero sterminio del popolo palestinese ed ora sdegnosamente si  rifiuta  di essere giudicata per i suoi assassini di massa. Persino sbatte le porte in faccia alla commissione nominata dall'Onu per i diritti umani. La domanda è: come può uno stato geograficamente irrisorio permettersi simile tracotanza senza essere minimamente sanzionato dagli organismi internazionali? Come mai gli organi internazionali sono impotenti di fronte all'arroganza di Israele? Forse perché l'impunità e la rinnovata “licenza di uccidere” vittime inermi gli deriva da uno pseudo-diritto basato sulla presunzione di essere il popolo eletto da Dio? Eletto anche senza avere raggiunto il quorum? Evidentemente sì. Purtroppo.
 

Niger Semptember -Agenzia Stampa Italia

 

 

Continua a leggere