(ASI) L'Eurasian Council on Foreign Affairs ha pubblicato la seconda relazione di ricerca della sua serie di Occasional Paper, dal titolo Politica estera in Kazakistan: guardare al di fuori del Paese e puntare al progresso.

Negli anni Novanta e negli anni Zero, il Kazakistan è emerso come leader regionale in Asia centrale. Da allora, la sua politica estera sempre più evoluta gli ha garantito un posto di primo piano nella più ampia arena internazionale.  Uno stato democratico con una maggioranza musulmana laica, strategicamente ubicato all’incrocio tra Europa e Asia, il Kazakistan si trova in una posizione eccezionale per contribuire a colmare il divario globale tra l’“Oriente” e l’“Occidente”. Riconoscendo che si tratta sia di un’opportunità sia di una responsabilità, il Kazakistan ha lavorato sodo per mantenere relazioni amichevoli con paesi tanto diversi tra loro come gli Stati Uniti, l’Unione europea, la Cina e la Russia.  

Com’è stato possibile che un paese dalle dimensioni dell’Europa occidentale, ma con una popolazione di soli 17 milioni di persone, sia riuscito a tirarsi fuori dall’oscurità post-sovietica e a trasformarsi in un importante attore internazionale in così poco tempo? Nell’ottobre 2012, Hillary Clinton, l’allora Segretario di Stato degli Usa, affermava: “Vediamo il Kazakistan non solo come una presenza regionale ma come un leader globale”. La presente relazione analizza gli obiettivi e i risultati delle relazioni estere del Kazakistan.
Redazione Agenzia Stampa Italia

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