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(ASI) Nel Venezuela orfano di Chavez continuano le politiche sociali che hanno fatto del chavismo uno dei progetti più ambiziosi e riusciti di questo XXI secolo.

A partire dal prossimo mese infatti a Caracas e dintorni gli stipendi minimi aumenteranno per legge di un altro 10%, arrivando così a sfiorare i 3mila bolivar, circa 350 euro. Con questo aumento, il terzo nel corso di questo 2013, gli stipendi, rispetto allo scorso aprile, si rivaluteranno di circa il 40%

A darne notizia il primo mandatario del Paese indio-latino che ha spiegato che la misura è necessaria per permettere ai più poveri di tenere un tenore di vita dignitoso nonostante nel corso degli ultimi mesi l’inflazione in Venezuela sia cresciuta del 32,9%.

“Sto pensando, una volta che mi approveranno la Habilitante (una serie di poteri legislativi speciali dell’esecutivo richiesti al Parlamento), ad altre misure di sostegno” alla stabilità lavorativa e alla sicurezza sociale e in “difesa del salario”, ha detto il presidente durante un atto trasmesso dalla radio e dalla televisione nazionale.

Per il Venezuela la morte di Chavez è stato un duro colpo e fino ad oggi l’operato del suo delfino Maduro non riesce ad esserne all’altezza. A livello internazionale si è scatenata una guerra speculativa contro il paese sudamericano. Il presidente sta con non poche difficoltà cercando di tenere in mano la situazione. Se da un lato aumentare i salari serve a non far precipitare la situazione interna dall’altra va detto che forse servirebbero misure più concrete per evitare di vivere in balia della speculazione finanziaria internazionale.

 

Fabrizio Di Ernesto-Agenzia Stampa Italia

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