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E la chiamano Argentuela, in tono offensivo
(ASI) Dieci anni fa l'Argentina era un paese fallito, messo in ginocchio da politiche liberiste e da un protettorato economico-politico statunitense che da sempre ingrassa le casse delle lobby ed affama i popoli.
Oggi l'Argentina è un paese, diverso, nuovo, milgiore dove la popolazione può giustamente ambire ad uno stile di vita quanto meno accettabile; ciò è stato possibile grazie all'intraprendenza dei coniugi Kirchner ed alle loro politiche simil-peroniste che hanno ridato all'Argentina una sorta di sovranità economica e politica.
questa situazione ovviamente non può piacere a chi per anni si è arricchito sulle spalle degli altri facendo gli interessi delle grandi lobby multinazionali.
Complici anche i sociale network i più giovani si sono facilmente lasciati abbindolare dalle opposizioni e una settimana fa sono scesi nelle piazze al grido di "Se va acabar, se va acabar, la dictadura de los Ka"; i circa 200 mila argentini che si sono riversati per le strade della Capitale accusano la presenditessa Cristina Fernandez di voler imporre in Argentina una nuova ditaura, la solita accusa mossa da una certa propanganda contro personaggi che anzichè fare gli interessi delle multinazionali si adoperano per il bene del proprio popolo.
A far gridare allo scandolo le ultime proposte costituzionali avanzate dalla vedova Kirchner, ovvero voto ai minorenni, possibile terzo incarico per il primo mandatario e diritto di voto agli immigrati; in particolare nell'occhio del ciclone l’invio nelle scuole di esponenti della Campora, il partito peronista-kirchnerista nelle cui prime file si ritrova Maximo Kirchner, figlio della “presidenta, per, a detta delle opposizioni, a indottrinare gli studenti, per di più in un momento in cui si parla di concedere il voto ai sedicenni. Questa mossa aumenterebbe di circa un milione e mezzo il numero degli elettori, nelle intenzioni del governo per migliorare la situazione delle classi più disagiate secondo l'opposizione per ottenere i voti dei più disinformati e malleabili.
Tra le parole d'ordine degli pseudo rivoluzionari Argentuela, ovvero Argentina sempre più simile al Venezuela, dimostrando che questa protesta è orchestrata dai filo statunitensi, quelli che hanno ridotto in miseria il Paese latino e che vedono nella nazione guidata da Chavez una nuova Cuba.
A parte la ristettezza mentale di una simile visione della politica e della società noi non crediamo che la signora Fernandez stia portando il suo Paese verso la dittatura, e ricordiamoci che l'Argentina le dittature sanguinose, come tutta l'America indio-latina, le ha conosciute davvero. Sta permettendo ai poveri di vivere in modo dignitoso, disognare un futuro migliore tutte cose che ai rappresentati e prezzolati delle grandi multinazionali non può certo far piacere.
La risposta milgiore alla manifestazione della scorsa settimana l'ha data la Presidente stessa dicendo: "Sono tutti benestanti".
Appunto.

Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia

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