(ASI) I dati diffusi oggi dall'Istat sulla povertà in Italia rivelano una situazione drammatica.  10 milioni di cittadini (il 16,6% della popolazione) vive in condizioni di povertà relativa, di questi ben 6 milioni sono poveri assoluti.

Un dato impressionante: praticamente 1 italiano su 6 si trova in condizioni di povertà.

Tale situazione si percepisce chiaramente dall'andamento dei consumi, diminuiti del -8,1% nel solo biennio 2012-2013. In particolare, nel corso dell'ultimo anno, si sono ridotti in maniera significativa i consumi alimentari, vero segno della crisi delle famiglie. Diminuisce soprattutto la spesa per la carne del -3,2%.

Un andamento che appare inevitabile, vista la forte contrazione del potere di acquisto di oltre il 13,4% dal 2008 ad oggi.

Quel che è peggio è che la grave contrazione della domanda interna continua ad alimentare la preoccupante spirale depressiva in cui la nostra economia langue da anni, producendo ulteriore crisi e disoccupazione.

Per questo è indispensabile avviare dei provvedimenti urgenti ed improrogabili che siano in grado di porre un argine a tale tendenza.

In primo luogo è necessario risollevare il potere di acquisto delle famiglie, estendendo la platea dei beneficiari del bonus di 80 Euro anche a pensionati, incapienti e famiglie numerose. In tal modo, secondo le stime dell'O.N.F. - Osservatorio Nazionale Federconsumatori, i benefici sulla della domanda di mercato potrebbero far segnare una risalita vicina al +0,8 / +0,9%.

Ma soprattutto è necessario intervenire sul versante occupazionale, avviando un piano straordinario per il lavoro.

Rilanciare l'occupazione, specialmente quella giovanile, è la strada maestra per restituire potere di acquisto alle famiglie, non solo a quelle giovani, ma a tutte. La mancanza di reddito dei più giovani, infatti, ricade oggi sui bilanci di genitori e nonni.

 

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