(ASI) Più vedo il mondo realizzato dagli adulti e più cresce il desiderio di rimanere bambino, scrissi in una poesia giovanile. In effetti vista l'attuale negativa deriva, per superare la crisi etica, economica ed esistenziale occorrerebbe ritrovare l'innocenza e la bontà propria dei bambini. Infatti, con la loro spontanea purezza i fanciulli ci insegnano ad apprezzare la parte bella della vita ad essere saggi, a superare gli steccati, a sentirci tutti figli di uno stesso Dio.
Ne è la riprova questa profonda poesia scritta da Nicola Antonelli, un bambino di appena 9 anni, della classe V - B della scuola primaria di Collepepe (Perugia) in un compito in classe sul razzismo.