Africa – Uomini Spirito Materia: un viaggio nell’anima dell’arte subsahariana

(ASI) La mostra Africa – Uomini Spirito Materia apre le porte a un universo simbolico che, per secoli, ha accompagnato la vita delle comunità dell’Africa subsahariana. Non si tratta di un semplice percorso espositivo, ma di un’immersione in un patrimonio culturale che unisce estetica, spiritualità e memoria collettiva.

Ogni oggetto scolpito, ogni maschera, ogni figura rituale nasce con una funzione precisa: non come ornamento, ma come ponte verso il mondo invisibile, come preghiera scolpita nel legno.

Lo ricorda anche Tristan Tzara, padre del Dadaismo, quando nel 1918 scriveva che “nell’infanzia del tempo, l’arte fu preghiera”. Ed è proprio questo spirito originario che la mostra restituisce al visitatore: un’arte che non rappresenta, ma agisce; che non decora, ma connette; che non imita, ma invoca. Le opere esposte sono testimonianze vive di una relazione profonda con le forze della natura e con il divino: il sole e la luna, i fiumi e le rocce, gli spiriti che regolano la vita, la fertilità, la protezione e la sopravvivenza delle comunità.

L’esposizione raccoglie circa 300 opere provenienti da collezioni private, un corpus straordinario che attraversa Mali, Burkina Faso, Guinea, Costa d’Avorio, Ghana, Togo, Benin, Nigeria, Camerun, Gabon, Congo e altri paesi dell’Africa subsahariana. Oggetti che raccontano storie di popoli diversi, ma anche di scambi, contaminazioni e dialoghi tra villaggi e culture confinanti. Ogni maschera, ogni statua, ogni feticcio è un frammento di un mondo complesso, stratificato, in cui l’identità non è mai isolata, ma sempre intrecciata con quella degli altri.

Accogliere queste testimonianze significa anche riflettere sul nostro presente. La storia dell’umanità è storia di migrazioni, incontri, integrazioni. Conoscere queste culture non è soltanto un viaggio estetico, ma un passo necessario per comprendere meglio chi siamo e il mondo in cui viviamo. In un’epoca in cui le identità sembrano irrigidirsi, questa mostra ricorda che la diversità è sempre stata una ricchezza, una spinta creativa, un motore di trasformazione.

Curata dall’architetto Mario Da Re per Venetoarte, l’esposizione offre al pubblico l’occasione di riscoprire un’arte che ha influenzato profondamente anche le avanguardie europee del Novecento. Dal cubismo al dadaismo, molti artisti hanno trovato nelle forme africane una forza primordiale capace di rompere gli schemi della rappresentazione occidentale. Oggi, quelle stesse opere continuano a parlarci di spiritualità, comunità e appartenenza universale.

A completare il percorso, un ciclo di incontri a Palazzo Todesco approfondisce temi e prospettive: dai miti africani alla relazione tra arte tribale e arte moderna, fino alle tradizioni del nord Ghana. Un’occasione per ampliare lo sguardo e comprendere meglio il contesto culturale da cui queste opere provengono.

La mostra è aperta con ingresso libero: il venerdì dalle 16 alle 18, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12:30 e dalle 15 alle 18. Ogni sabato alle 17 è prevista una visita guidata, consigliata su prenotazione. Un invito a lasciarsi attraversare da un’arte che non smette di parlare, di evocare, di unire.

Laurent De Bai - Agenzia Stampa Italia

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