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L’aeroporto i Forlì e quello che ci aspetta
(ASI) Lettere in redazione. Il 19 settembre 1936 durante un forte temporale Benito Mussolini inaugurò l’aeroporto Luigi Ridolfi di Forlì, ma, aimè, aeroporto bagnato, aeroporto non fortunato. Fu un bel regalo del Duce alla sua (quasi) città natale e a quel tempo si considerò anche un’opera di grande prestigio che anticipò i tempi, perché nello sviluppo dell’aviazione si vedeva il futuro dell’Italia. Infatti quello di Forlì è uno degli aeroporti più antichi del nostro Paese e il più antico di tutta l’Emilia-Romagna! Dopo la seconda guerra mondiale questo regalo fu considerato incomprensibilmente scomodo, tanto scomodo, che invece di curarne la crescita, si è provveduto a tarparne le ali, sviluppando la città di Forlì proprio attorno al Ridolfi! Qualche anno fa l’amministrazione comunale di centro-“sinistra” decise che si doveva recuperarlo e rivalutarlo con conseguente gioia di chi, come me è “nostalgico” e con la conseguente avversione di tutti quelli, ai quali questa struttura poteva creare solo problemi di disturbo, ossia a quella parte della città cresciuta attorno all’aeroporto. I nostri “bravi” amministratori hanno dimostrato la loro “fenomenale bravura” anche nella gestione del medesimo! Benché il Ridolfi abbia avuto nel 2010 un deficit di 10 milioni di euro e nel 2011 di circa 6 milioni ripianati sempre dal Comune, cioè dai cittadini contribuenti, l’ottimismo degli amministratori - pidicompagnuccini è sempre stato altissimo. Infatti dopo aver perso la Ryan Air, un anno fa ci ha lasciati anche la Wind Jet che portava molti turisti russi da Mosca e da S.Pietroburgo per tutto l’anno! Ora ci restano la Wiz Air e la Belle Air che, con tutto il rispetto, portano le badanti dalla Romania e dall’Albania, ma di turisti neanche l’ombra. Tuttavia l’ex sindaco di Forlì del P.D. Franco Rusticali, nonché ex Primario di Cardiologia del nostro ospedale, quando era ancora 15 mesi fa presidente della Seaf (Società Aeroportuale Forlivese, una delle tante società a partecipazione comunale dove vengono parcheggiati ex politici del P.D., tanto paghiamo noi!) ha lasciato intendere che non ci si deve preoccupare, perché “si troveranno altre soluzioni…”. E’ evidente ormai a tutti che la scelta di affidare a un cardiologo una gestione politica dell’aeroporto si sia rivelata sbagliata, a tal punto che ci si potrebbe chiedere: quando si dovrà scegliere il prossimo Primario di Cardiologia (anche quello attuale è del P.D.), il Partito “Democratico” chi proporrà, un pilota d’aereo? Oggi è presidente della Seaf il gen. Castellari che tenta di scongiurare il fallimento, poiché se entro fine mese non si trovasse una soluzione, non essendoci più soldi pubblici per una ricapitalizzazione, i libri contabili verranno portati in tribunale! Con l’aeroporto di Rimini non è possibile una fusione, poiché lo stesso ha un passivo ampiamente inferiore al nostro e se la S.a.b. (Società Aeroportuale di Bologna) non acquisterà la nostra struttura, il fallimento non sarà evitato. C’è il rischio concreto di fare il deserto, perché se accadrà il peggio, si apriranno le porte ad una speculazione edilizia in quella zona tale, che arriverebbero da Palermo e dalla Calabria per fare affari a Forlì, se ancora non sono venuti… Comunque dal “bel” discorso di Rusticali ho dedotto un anno fa che dobbiamo avere sempre ottimismo, idee sempre più brillanti e… tasche sempre più vuote!

 

 

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