Università Telematica Internazionale Uninettuno: dal 2016 a sostegno dell’integrazione di rifugiati e immigrati

(ASI)  L’Università Telematica Internazionale UNINETTUNO, attraverso l’Università dei Rifugiati, già dal 2016 ha sostituito i palazzi fisici degli atenei con infrastrutture tecnologiche, dando un contributo per favorire un modello virtuoso di integrazione dei rifugiati e degli immigrati.

Un’iniziativa volta a migliorare le condizioni di vita nel Paese di origine, senza emigrare altrove, come spiega la Professoressa Maria Amata Garito, Rettore dell’Università Telematica Internazionale Uninettuno.

“L’Università per Rifugiati, riconosciuta da UNESCO e Nazioni Unite come una buona pratica che contribuisce a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, offre la possibilità a migranti, rifugiati e richiedenti asilo di vedersi riconosciute le carriere accademiche e le competenze professionali, e di studiare a distanza e conseguire un titolo di studio.

Giovedì 30 novembre conseguirà la laurea in Ingegneria Harout Marderossian, il nostro primo studente.

Inoltre sono state illustrate nel corso dell’evento dibattito dal titolo “Uninettuno: Costruire ponti creare opportunità”, le attività ed i progetti di UNINETTUNO per migranti e rifugiati, con la relazione del Dr.Alessando Caforio ed i risultati del progetto VIEWS per la formazione dei mediatori culturali, da parte del Prof.Dario Assante, Curatore del progetto che ha dichiarato: “Il progetto VIEWS, cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Erasmus+, intende sostenere lo sviluppo professionale degli educatori e degli operatori che si occupano di migranti, affrontando le sfide dell’inclusione sociale nei contesti di apprendimento.

Il progetto intende fornire agli operatori delle competenze ed una qualifica professionale per migliorare le loro capacità di interazione e mediazione culturale. La questione della formazione dei formatori è stata sviluppata a livello internazionale, per fornire approcci potenzialmente comuni ai migranti che si spostano da un Paese all’altro.

Inoltre, in tal modo si può facilitare la mobilità dei formatori nel mercato del lavoro Europeo”.

Foad Aodi - Agenzia Stampa Italia

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