TNI Ristoratori Italia: "Un aumento che non è significativo e viene interamente assorbito dalle spese. La materia prima troppo cara è un problema che ci perseguiterà per molto tempo ancora".
(ASI) Firenze - Sarà una Pasqua con più persone al ristorante, il 10% in più rispetto allo scorso anno, ma questo non si tradurrà in un aumento degli utili, ma solo dei ricavi per le attività della ristorazione. E' l'allarme lanciato da TNI Ristoratori Italia, il sindacato delle imprese Horeca, che vede ancora nubi all'orizzonte per il settore. "Anche se il prezzo dell'energia sembra calare, il costo delle materie prime - spiega Cristina Tagliamento, albergatrice aretina e segretaria nazionale di TNI Ristoratori Italia - è sempre molto alto, ma non possiamo far ricadere i maggiori costi sulla clientela, che, come noi, ha dovuto sostenere, da oltre un anno ormai, i forti rincari che si sono registrati".
Un pranzo al ristorante costerà a Pasqua 2023 dai 30 ai 40 euro, esattamente (o con lievissimi ritocchi) come a Pasqua 2022. "Prendiamo atto che le misure adottate dal Governo sono del tutto insufficienti. Il costo del lavoro - sottolinea Tagliamento - è sempre alto, i costi bancari sono aumentati per effetto dell'inflazione e resta il problema della carenza di personale, legato al grande cambiamento che sta avvenendo negli ultimi anni in questo settore e cioè che le persone non vogliono lavorare nelle feste e nei weekend e, di fatto, non vogliono più avere a che fare con questo mestiere faticoso".
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