Avv. Trisciuoglio: "Paradossi ed assurdità dei sistemi investigativi e delle notizie di reato. Il limite dell’informazione,  i limiti della rilevanza penale della coltivazione della cd. canapa light"
(ASI) I carabinieri della compagnia di Civita Castellana, nel pomeriggio del 13 settembre scorso a Nepi hanno denunciato a piede libero per “produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e psicotrope” una coppia di 48 e 46 anni che, a seguito di perquisizione domiciliare, è stata trovata in possesso di 24 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana essiccata, nonché di una pianta dello stesso tipo, destinati allo spaccio (da Tuscia Web del 16 settembre 2022).
L’Avv. Nicola Trisciuoglio e l’Avv. Giovanna Terracciano hanno assunto la difesa della coppia di Nepi a seguito di una denuncia dell’Arma che del tutto inopinatamente ha individuato in una bilancia da cucina un bilancino e sostanza legale (la c.d. canapa light) per uso terapeutico per marijuana.
Il dato dell’ennesimo sequestro di canapa legale inopinatamente ritenuta – al di là di ogni logico quanto ragionevole preventivo riscontro – sarebbe pure irrilevante se contestualmente non fosse stata sottratta alla coppia di coniugi la loro figlia dodicenne… in conseguenza del reato ipotizzato.
 
L’aumento esponenziale dei procedimenti penali, con sequestri ed indagini preliminari a carico di coltivatori della cd. canapa light, evidenzia ed introduce - nel contesto giurisdizionale - una serie di questioni tecnico-giuridiche, collegate con profili di natura chimico-tossicologica.
Si tratta di problematiche del tutto inedite, rispetto alle usuali tematiche processuali.
Esse, infatti, coinvolgono spiccatamente i procedimenti penali relativi alle condotte – asseritamente illecite come tali ricondotte nell’alveo dell’art. 73 dpr 309/90 - aventi oggetto questa tipologia di sostanza.
L’accertamento della quantità del cannabinoide psicoattivo denominato THC eventualmente contenuta nella più complessiva sostanza, è attività funzionale a stabilire se lo stesso, una volta eventualmente assunto dal consumatore, sia idoneo a produrre effetti psicoattivi, rimanendo, quindi, l’investigazione scientifica fondamentale ed essenziale, per il successivo giudizio di (ir)rilevanza penale della condotta del coltivatore.
Desta, pertanto, un pericoloso allarme relativo alle garanzie che proceduralmente dovrebbero essere riconosciute la sintesi finale di questo caso che ha visto “letteralmente” sottrarre la figlia minorenne alla coppia di coniugi, senza alcun accertamento, ritenuta presuntivamente rea di coltivazione… detenzione e spaccio di una sostanza - che pure a fronte di acquisto di semi legali - non si sa, allo stato, se effettivamente rientri in quelle che possano determinare l’ipotesi reato imputato alla coppia di Nepi.
Un ulteriore incongruenza del sistema procedurale." Così in una nota l'Avv. Nicola Trisciuoglio, difensore della coppia di 48 e 46 anni.
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