Mencacci: di fronte alla omicron, cambiare strategia, proteggiamo i fragili con test tempestivi e monoclonali, per gli altri self testing per non gravare sul sistema sanitario pubblico. Intanto, vaccinare a tappeto.

IntMencacciIntervista audio alla professoressa Antonella Mencacci dell’Università di Perugia, Direttrice della Struttura complessa di Microbiologia.

(UNWEB) Perugia.  La situazione attuale è del tutto diversa da quella di un anno fa. Omicron è una variante molto contagiosa, per cui tutte le procedure utilizzate finora per tracciare e contenere la diffusione del virus, non possono funzionare più. Dunque, bisogna cambiare obiettivi, la priorità è proteggere dall’infezione i soggetti fragili. Per farlo, la priorità restano le vaccinazioni a tappeto, seconde e terze dosi. Poi, occorre limitare i tamponi ai soli soggetti a rischio, per i quali la diagnosi deve essere tempestiva, in quanto per loro potrebbe essere importante ricorrere a terapie monoclonali. Per la restante popolazione, che non è a rischio, la soluzione è quella del self testing, come abbiamo fatto in questo periodo di feste. Cioè, fare spesso i test rapidi per cui se si è negativi si circola liberamente mentre; se, invece, si risulta positivi, tramite il proprio medico o le farmacie, si va sul sito della regione e lì si possono trovare le istruzioni da seguire. Perché tutta la popolazione nella quale il virus circola senza creare conseguenze dannose non c’è bisogno che sia seguita dal sistema sanitario pubblico, che non ce la può fare a occuparsi di tutti. Il rischio attuale, infatti, dal nostro punto di osservazione, è che, per seguire la grande massa di individui asintomatici o paucisintomatici, trascuriamo quelli che invece ne hanno più bisogno. 

Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia

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