(ASI) "Rispondiamo all'appello di Papa Francesco per l'accoglienza dei profughi. Non ho commenti da fare ma solo un invito alla Famiglia orionina a disporre un ambiente adatto per dare risposta all'invito del Pontefice.

La nostra Congregazione sta già facendo qualcosa in tale senso. Infatti, sono stati accolti richiedenti asilo a Seregno – Milano (con 22 persone), Santa Maria la Longa – Udine (18 persone), Genova - Camaldoli (25 persone), Genova – Salita Angeli (20 persone). Gli orionini si stanno muovendo anche per accoglienze brevi nel tempo e di poche persone, a Reggio Calabria, Genova – Castagna, al Mater Dei di Tortona (AL), a Floridia (SR)".

E' quanto dichiara don Flavio Peloso, superiore generale dell'Opera don Orione da Zdunska Wola (Polonia) in una lettera inviata a tutti i Confratelli di Europa, affinché si facciano promotori di accoglienza di emergenza ai profughi.

"Consapevole - aggiunge Don Peloso - che in alcune città italiane la Congregazione abbia già accolto alcuni richiedenti asilo, sono qui a dirvi che si può fare di più. E non solo in Italia, ma anche in Spagna, in Inghilterra, in Polonia e nei paesi dell'Est Europa. Mi trovo in Polonia, una nazione che, per ora, non accetta i profughi, ma il Provinciale mi ha parlato di iniziative concrete e possibili anche qui".

"La chiarezza e l'insistenza con cui Papa Francesco – continua Peloso - invita all'accoglienza dei profughi non deve lasciare incertezze in noi Orionini che preghiamo il Signore dicendo: "intendiamo che non solo i suoi ordini formali, ma anche i suoi avvertimenti, i suoi consigli ed i suoi desideri siano per noi l'espressione di ciò che piace a Te: donaci perciò la grazia di eseguirli fedelmente". Il Papa vede nell'accoglienza dei profughi un segno della misericordia di Dio e del Vangelo".

"Dobbiamo – conclude Peloso - con fede accettare questo invito all'accoglienza dei "desamparados, dei "profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame". È una emergenza di rilevanza italiana, europea, mondiale. Si presenta con aspetti politici e umanitari che vanno affrontati insieme, ma anche tenuti distinti, aiutando le persone nel rispetto delle attuali leggi dello Stato e in attesa di altre migliori. Certo non è mai stato facile e privo di rischi aiutare i poveri e quanti sono in situazioni estreme. Ma fare una buona accoglienza significa aiutare vite in pericolo e trasformare un problema in risorsa civile e spirituale. Don Orione ci interceda un cuore misericordioso e santa intraprendenza".


Redazione Agenzia Stampa Italia

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