(ASI) Tra tanti oneri che gravano sulle tasche dei cittadini, c'è almeno una voce in controtendenza: i costi del carburante, già da settimane in ribasso.

Secondo la Figisc Umbria, il sindacato dei gestori aderente a Confcommercio, nell'ultimo mese la diminuzione dei prezzi di benzina e gasolio è stata mediamente di 10 centesimi, in conseguenza del deprezzamento della materia prima, il petrolio, e del rafforzamento del dollaro rispetto all'euro. E la tendenza da qui a fine anno sembra essere orientata alla stabilità, sia pure con qualche minima oscillazione.
Tutto bene dunque, sia per i consumatori che per i gestori? Non del tutto. Perché, a fronte della diminuzione del costo del petrolio, rimane comunque nella piena ed esclusiva discrezionalità delle compagnie petrolifere decidere le politiche di prezzo applicate alla pompa e le campagne promozionali.
"Da un impianto all'altro possono esserci sensibili differenze di prezzo – spiega il presidente regionale Figisc-Confcommercio Giulio Guglielmi, che è anche membro del comitato di presidenza nazionale del sindacato - e il consumatore é tentato di attribuirne la responsabilità al gestore, spesso a causa di informazioni fuorvianti o errate. Invece è bene chiarire una volta per tutte che il prezzo viene fissato dalle compagnie, senza alcuna discrezionalità del gestore, che anzi subisce le conseguenze, anche in termini di immagine, delle difformità di prezzi. Nessuna 'furberia' dunque, se in pompa il prezzo è più alto che in un'altra, ma solo la conseguenza della decisione delle compagnie. Non solo: i gestori vedono erodere sempre più i loro margini, anche in conseguenza del carico fiscale, che rimane pesantissimo. Sul prezzo in Italia pesano infatti +24,9 cent /litro per la benzina e +24,1 per il gasolio di imposte rispetto alla media dell'Unione Europea".


Redazione Agenzia Stampa Italia

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