(ASI) Roma  - “Le ricostruzioni fantapolitiche sul delitto della Camilluccia che stanno continuamente tirando in mezzo CasaPound Italia hanno ormai abbondantemente superato la soglia del delirio”.

Lo afferma il presidente di Cpi Gianluca Iannone, che spiega: “Come nel nostro primo comunicato sulla vicenda, siamo costretti a ribadire che non c'è nessun militante o dirigente di Cpi implicato in questa storia. Non esiste alcun 'sicario di CasaPound' o tanto meno 'gruppo di fuoco di CasaPound'. In tutta la complessa vicenda affaristica e giudiziaria che sembra faccia da sfondo a questo delitto Cpi non è minimamente implicata, neanche in forma teorica o indiziaria". 

"L'unico legame – continua Iannone – fra CasaPound e questa brutta storia è la presenza sul luogo del delitto di un nostro ex militante, con cui non avevamo più alcun tipo di rapporto, né umano né politico, da molto tempo. Non sappiamo come questo sia accaduto. Le speculazioni sul fatto che, dopo essere stato contattato dai giornalisti, io stesso, a caldo e senza consultare gli archivi, abbia collocato la data del suo allontanamento da Cpi più indietro nel tempo di quanto in realtà non sia avvenuta sono del tutto infondate: Cpi è un movimento con migliaia di militanti e nessuno, neanche il sottoscritto, può ricordare a memoria le date di ingresso e di uscita di ogni singolo aderente. È comunque un fatto acclarato e documentato che la persona interessata non facesse più parte da tempo di Cpi, così come è chiaro a chiunque ci segua senza preconcetti ideologici che il nostro movimento è lontano anni luce da scandali e faccendieri. Se proprio i media vogliono parlare di CasaPound nelle pagine di cronaca, lo facciano magari per rendere conto delle indagini sull'ennesimo attentato che pochi giorni fa ha colpito una nostra sede, a Bologna”.
Redazione Agenzia Stampa Italia

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