(ASI) Roma – Il convegno della Simpse, la Società italiana di medicina penitenziaria, svoltosi a Roma il 18 marzo, ha reso noto, tramite una ricerca i seguenti dati: il 32% della popolazione carceraria è tossicodipendente; il 27% problemi psichiatrici; il 60 – 80% dei detenuti ha purtroppo qualche malattia. Infine, dato non da trascurare, il sovraffollamento è un pericoloso veicolo di malattie infettive, che favorisce i contagi tra detenuti. Inoltre, non esistendo un Osservatorio Epidemilogico Nazionale, tra l’altro richiesto, molti detenuti non sanno di essere portatori di qualche malattia, o non vogliono nemmeno saperlo, per non risultare al prossimo indeboliti.

Tra le malattie infettive più diffuse, troviamo: epatite C (32,8%), Tbc (21,8%), epatite B( 5,3%), virus dell’Hiv (3,8%) e sifilide (2,3%). Inoltre, il 32 % dei detenuti risulta tossicodipendente, il 27 % ha problemi psichiatrici, il 17% patologie osteoarticolari, il 16% cardiovascolari, il 10% ha problemi di metabolismo e a livello dermatologico. I dati sembrano inquietanti, e senza l’aiuto di Governo e Regioni, per un osservatorio nazionale, non sono possibili progressi a lungo termine.

Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia


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