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L'Accademia del Dónca: alla riscoperta del perugino‏
(ASI) Una risposta a questi tempi di crisi può essere trovata nella riscoperta delle tradizioni. Ricercare l'essenziale e le reali rappresentazioni di ciò che siamo, è un mezzo per riscoprire i valori guida a cui per secoli abbiamo fatto riferimento e che, in questa nuova società, veloce e frenetica, stiamo altrettanto rapidamente dimenticando.

Un simbolo di tale lontananza è dato dalla lingua. Di fronte all'omologazione della lingua e alla moltitudine di parole straniere con cui veniamo bombardati quotidianamente, riscoprire l'eleganza e la nobiltà del dialetto diventa un modo per riappropriarsi, non solo delle proprie radici, ma bensì della propria dignità. E' nella lingua infatti che l'identità di un popolo viene esaltata.
A questo proposito, a Perugia, è nata l’Accademia del Dónca. L'associazione, infatti, ha come scopo primario la tutela della cultura e della lingua espressa nel capoluogo umbro. 
L'Accademia è stata fondata nel 2006 dal giornalista, Sandro Allegrini, e dal poeta e studioso, Walter Pilini, insieme alla partecipazione dell'assessore alle politiche giovanili e culturali Cernicchi. Numerose le pubblicazioni dell'ateneo del dialetto umbro. "Nel 2007- si legge sulla pagina web del comune dedicata all'associazione- è stata pubblicata l’antologia Perugia e l su dialetto, n amor da faje l vèrzo. Nel 2008 è uscito il volume Perugia te l dice n vèrzi, vincitore del Premio Nazionale “Città di Cattolica”. Due i volumi dei poeti del Dónca del 2009. Il primo è un libro monotematico sul Minimetro, intitolato Minimetro…che passion! L’antologia di fine anno, con oltre sessanta autori in lingua perugina, è titolato Vèrzi ngrifati".
Di particolare interesse è la rivisitazione che l'Accademia del Dónca ha fatto del celebre gioco 'il mercante in fiera'. Pubblicato nel 2010, il gioco di carte basato su figure si presenta come una forma divertente per far conoscere le radici etimologiche del dialetto perugino. Secondo l'autore sono due le motivazioni di questa scelta: una legata ad un aspetto ludico, l'altra da una pedagogica. Come spiega nell'introduzione dell'opuscolo del gioco "la finalità- scrive Allegrini- è quella di far conoscere una pluralità di parole legate alla lingua del Grifo". Le carte, disegnate da Claudio Ferracci, presentano varie parole tipiche della parlata del perugino, facendo scoprire come tante parole usate nel quotidiano, abbiano un'origine antica e ricercata. Ad esempio, tra i tanti termini, l''espressione tipica "n'duèlle" (cioè da nessuna parte) deriva dal latino nella forma "non ubi velles"

Alessandro Bulletti- Agenzia Stampa Italia

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