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(ASI) Venerdì 16 novembre, i rappresentanti della Federazione Italiana per la Difesa dei Diritti degli Animali insieme a quelli dell’Unione Sindacale di Base, hanno inscenato una protesta davanti alla sede centrale dell’ AMA, municipalizzata addetta ai servizi ambientali del Comune di Roma, per urlare il proprio sdegno diretto ai vertici aziendali, accusati di non prendersi le dovute responsabilità in una grave vicenda che si protrae ormai da mesi. I fatti risalgono al febbraio scorso nell’impianto di Rocca Cencia, quando un dipendente dell’azienda in questione avrebbe massacrato alcuni gattini appena nati sbattendoli violentemente contro un muro. Alle proteste di un collega, il presunto carnefice si sarebbe scagliato sul malcapitato con la stessa crudeltà, causandogli ferite e contusioni. La vittima dell’aggressione si chiama Cristian Castaldi e da quel maledetto giorno è iniziato per lui un calvario ingiusto e incomprensibile: oltre alle botte, il successivo licenziamento da un posto già precario mentre il presunto colpevole è rimasto impunito. L’azienda si è affrettata a prendere le distanze e ha smentito tutti i fatti, dichiarando inoltre che il Castaldi fosse un lavoratore interinale e quindi non alle sue dirette dipendenze.

In questi mesi Cristian ha raccolto la solidarietà di tante persone e il sostegno di alcune associazioni a partire da FEDERFIDA che da anni combatte in prima linea per la tutela dei diritti fondamentali di tutte le specie animali. La Presidente Loredana Pronio, intervistata da ASI, ha tuonato contro la dirigenza AMA per la posizione assunta di complice omertà. La vicenda, ha aggiunto, si risolverà nelle sedi più opportune, dove giustizia sarà fatta.

Ricordando i lavori di un recente convegno organizzato da FEDERFIDA, la Presidente Pronio ha poi messo in guardia da questi episodi di puro sadismo che diversi studi scientifici dimostrano avere una diretta correlazione con la violenza sugli uomini stessi. Le storie personali dei più pericolosi serial killer americani, ad esempio, raccontano della lunga serie di torture inflitte a poveri animali indifesi come anticamera alla follia omicida. Certe azioni di agghiacciante brutalità sono inconcepibili e dimostrano la pericolosità sociale di chi le compie, molto spesso nell’indifferenza più totale di un’opinione pubblica abituata ormai a una visione esclusivamente antropocentrica del rapporto con le altre specie viventi.

Mentre la giustizia farà il suo corso per riconoscere a Cristian Castaldi i suoi diritti violati, rimane l’urgenza di provvedimenti legislativi volti a tutelare gli animali dalla specie più pericolosa in circolazione.

 

Fabrizio Torella-Agenzia Stampa Italia

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