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(ASI) La setta fondamentalista islamica Boko Haram è tornata a far parlare di sè nelle ultime ore, provocando una scia di sangue che in quarantotto ore ha attraversato chiese e polizia. Il bilancio parla di una cinquantina di morti e decine di feriti.

Dalla metà del 2009, gli attentati attribuiti a Boko Haram hanno provocato oltre 1.000 morti. Negli ultimi mesi la sua aggressività sembra tuttavia crescere pericolosamente. E' per contrastarla che il Ciad ha lanciato la proposta di dare vita a una task-force regionale "di deterrenza" da opporre ai miliziani integralisti. "E' il momento di agire, e lo dobbiamo decidere oggi", è stato il monito formulato dal presidente ciadiano Idriss Deby Itno.

"Il nostro bacino", ha ricordato Deby, "è esposto all'insicurezza a causa della minaccia permanente costituita da Boko Haram. Senza sradicare quella setta, non saremo in grado di salvare il lago Ciad".

Il primo ad aderire al progetto è stato Francois Bozize, presidente della Repubblica Centroafricana, che si è offerto di fornire truppe al contingente internazionale. Le preoccupazioni di altri Paesi dell'Africa subsahariana sembrano giustificate dalle analisi di molti osservatori, i quali annunciano l'intenzione di Boko Haram di diffondersi oltre i confini nigeriani.

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