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(ASI) Non le formula uno, per il momento è stata la fiammata di una molotov a riaccende i riflettori su questo piccolo Stato del Golfo Persico, il Bahrein, il quale da più di un anno è animato da ingenti manifestazioni contro il regime, il quale reagisce reprimendo nel sangue. Il Paese abitato da maggioranza sciita ma governato da una monarchia sunnita (alleata statunitense) è famoso principalmente perchè sede di una gara del Gran Premio di formula uno.

Gli attivisti anti-regime, per attirare le attenzioni mediatiche (finora latitanti) sulla loro protesta, hanno deciso così di portare le loro istanze nel cuore di questo facoltoso evento lanciando una molotov che ha sfiorato un mezzo della scuderia Force India. Negli ultimi giorni gli scontri tra dimostranti e forze di sicurezza sono diventati più aspri, sono aumentati gli arresti e la polizia ha incrementato i controlli nelle aree più vicine agli alberghi e al circuito. Già lo scorso anno il Gp del Bahrain era stato cancellato a causa delle proteste anti-governative che avevano provocato almeno cinquanta morti. Ma una settimana fa Bernie Ecclestone aveva dichiarato la situazione nel paese "tranquilla" e deciso che quest'anno la gara si sarebbe tenuta regolarmente.

Intanto il leader sciita leader sciita Moqtada Sadr, da Najaf, in Iraq, si rivolge "agli sportivi onesti affinchè non partecipino alla corsa e sostengano il popolo del Bahrein", perché "tenere questa gara nel Paese vuol dire sostenere gli assassini, l'oppressione e la violezione delle libertà del popolo del Bahrein".

Redazione Agenzia Stampa Italia

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