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I paradisi fiscali diventano incubi.


(ASI) I legislatori svizzeri hanno formulato una proposta di legge che potrebbe aiutare gli Stati Uniti ad indagare i con conti segreti dei propri cittadini in Svizzera. Ciò si realizzerebbe con la consegna, da parte della Svizzera, dei nominativi degli evasori fiscali.

Formalmente la decisione verrà presa Lunedì 5 Marzo, così da evitare le imbarazzanti trafile legali, che caratterizzarono un simile accordo tra il governo USA e la banca UBS, avvenuto nel 2009 e seguito da una serie di cause da parte dei clienti, che lottavano per salvare la propria privacy contro l'istituto bancario.

Questa inaspettata quanto innovativa mossa indebolirà, dunque, la storica reputazione della Svizzera di “paradiso fiscale”, che rispetta il segreto bancario. La proposta deve passare ora il vaglio del Parlamento, oltre a far passare 100 giorni senza che venga indetto un referendum: a quel punto inizierà la collaborazione tra USA e governo Svizzero volta sia a chiarire quali clienti si sono goduti anni esentasse, sia a recuperare, possibilmente, i soldi evasi negl'anni .

Dagli Stati Uniti, secondo una fonte interna del sistema bancario elvetico, si registra una forte spinta per avere i dati bancari dei clienti quanto prima, mentre gli stessi istituti, che al momento sono 11 sotto la lente americana, sarebbero riluttanti a rilasciare gli stessi dati.

La natura del segreto bancario svizzero è alla radice del problema e coloro i quali saranno accusati di evasione fiscale, avranno 30 giorni per fare appello, dimostrando che i soldi in Svizzera sono stati precedentemente tassati negli Stati Uniti; di conseguenza la Svizzera non potrà consegnare i dati dei clienti virtuosi. Gli Stati Uniti hanno il coltello dalla parte del manico grazie a dati che ottennero nella disputa del 2009 con UBS; non resta dunque che aspettare, vedere e soprattutto… cercare altri “paradisi artificiali”!



 



 

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