Covid-19 in Europa. L'Austria è in confinamento e in Romania si registra un'impennata di casi

(ASI) Le principali emittenti televisive dei diversi Paesi raccontano di una situazione davvero agghiacciante per quanto riguarda la condizione in cui verte la Romania, colpita in maniera sferzante dal Covid-19.

Lo specialista in chirurgia e ricercatore scientifico dell'Università di Bucarest analizza i motivi dell'impennata dell'epidemia nel suo Paese: scarse risorse negli ospedali e una politica disattenta agli allarmi degli esperti.

L’Emergenza Covid19 sembra essere fuori controllo nel Paese di quella che fu l’antica Dacia Imperiale, provincia del vasto Impero Romano. Tuttavia il Paese è ad oggi moderno ed industrializzato, e sono recenti gli aiuti che abbiamo ricevuto proprio dal nostro vicino, con l’invio di infermieri e medici, durante la prima ondata che colpì il nostro Paese.

Tuttavia la situazione non è delle più facili: gli obitori del Paese degli ospedali sono al collasso,e le spogliedei morti vengono stipate su barelle in mezzo ai corridoi: è quanto ha raccontato la CNN.

In Romania i vaccinati sono circa al 36% della popolazione, tra le percentuali più basse di tutta l'Unione europea.Da considerare anche la vicenda della vicina Austria che è in periodo di confinamento da più di due settimane. Anche a Vienna i nuovi casi avevano fatto registrare un impennata crescente, tanto da far intravedere la possibilità di reintrodurre il sistemadi lockdown, cosa che è accaduta e ancora vigente.

Nei due Paesi le campagnevaccinali sonocominciate quasi un anno fa. Ma è a Bucarest che nei reparti Covid-19 degli ospedali si sono registrati numeri spaventosi. Gli operatori sanitari e i funzionari attribuiscono il basso tasso di vaccinazione a una varietà di fattori, tra cui il sospetto nei confronti delle autorità, credenze religiose radicate e una forte disinformazione diffusa attraverso i social media. Una testimonianza di un medico racconta: "Ci sono molti medici, me compresa, che lavorano con i pazienti Covid e stiamo cercando di dire alle persone che questa malattia esiste davvero", mentre un collega, medico dell'esercito che gestisce la campagna nazionale di vaccinazione, ha sottolineato che il 90% dei decessi si è verificato tra soggetti che non erano stati vaccinati. La battaglia contro il virus non è ancora terminata. Da considerare la pericolosità della nuova variante Omicron e della persistenza della Delta.

Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia

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