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(ASI) Sebbene la copertura mediatica occidentale sul Bahrain sia piuttosto scarsa, l'atmosfera nell'arcipelago del Golfo Persico rimane estremamente tesa.

Appena ieri il regime ha condannato all'ergastolo otto attivisti accusati di ordire un colpo di stato, con riferimento ai disordini iniziati nel paese tra febbraio e marzo. La corte ha anche decretato condanne dai due ai quindici anni di carcere per altri tredici oppositori. Tutti e ventuno gli imputati sono stati accusati di complotto per rovesciare il regime con la forza.

Un esponente dell'opposizione al regime ha rilasciato alla stampa le seguenti dichiarazioni: "La condanna - si legge su Al Arabiya - potrebbe infiammare le tensioni che già sono latenti nel piccolo stato del Golfo Arabo, dove piccole proteste si sono registrate quotidianamente da quando è stato revocata il primo giugno la legge di emergenza e possono minacciare il dialogo nazionale che dovrebbe iniziare il prossimo mese".

La maggioranza sciita del paese ha comunicato che continuerà le sue pacifiche manifestazioni contro il regime, retto da una dinastia sunnita espressione di una minoranza. La famiglia reale ha accusato in passato l'Iran di ingerenze, in quanto avrebbe incoraggiato le rivolte anti-regime.

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