(ASI) Dopo una serie di rinvii e nonostante gli appelli da tutto il mondo è stata giudiziata Reyhaneh Jabbari la ventiseienne che sette anni fa aveva ucciso Morteza Abdolali Sarbandi, ex 007 di Teheran.

L'agente segreto iraniano l'avrebbe attirata nel suo appartamento con la scusa di offrirle un incarico e poi avrebbe tentato di abusare di lei.

Dopo un processo molto lacunoso in cui erano stati negati i diritti alla difesa e non si era voluto tenere conto che si era trattato di legittima difesa, evidenziata dal fatto che non esistevano altri moventi, la ragazza era stata condannata a morte per impiccagione.

Evidentemente il peso della famiglia dell’ucciso che non accettava il disonore di un membro “Stupratore” ha influito sulla decisione del tribunale e la riprova è che alla donna era stata offerta salva la vita se avesse dichiarato che non c’era stato alcun tentativo di stupro.

Quindi connivenza dello stato con i potentati famigliari ed ennesima dimostrazione nemmeno di inciviltà, ma di barbarie assoluta, mascherata dal solito bigottismo religioso del “Dio lo vuole”!!

Anche il relatore dell'Alto commissariato per i diritti umani dell'Onu aveva denunciato che il processo del 2009 era stato viziato da molte irregolarità e non aveva tenuto conto che si era trattato di legittima difesa di fronte a un tentativo di stupro.

Alessandro Mezzano – Agenzia Stampa Italia

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