(ASI) Nuovi particolari raccapriccianti emergono dal califfato dell’ISIS in Siria ed in Iraq. La violazione dei diritti umani è sistematica. Crocifissioni, lapidazioni, decapitazioni, sul web circolano immagini raccapriccianti di punizioni eseguite in pubblico dai fanatici terroristi dell'Isis.

L'obiettivo unico è mettere a tacere, con la violenza, ogni forma di ribellione-contestazione, anche se minima. I più fortunati se la possono cavare con decine di frustate.

E’ stata invece smentita la notizia, riportata anche da ASI che il califfo Abu Bakr al Baghdadi abbia decretato che tutte le donne del califfato debbano essere “Infibulate”.

Ad ammetterlo è la stessa Ansa Med, principale fonte internazionale che aveva diramato la notizia e che oggi dichiara che è dubbia l’attendibilità della notizia.

Al di là dell’autenticità o meno di questo decreto, non manca certo la documentazione sulle sistematiche violazioni dei diritti umani da parte dell’Isis. Fanno inorridire le immagini che circolano sul Web e ritraggono decapitazioni, crocifissioni, lapidazioni (due recenti casi a Raqqa in 24 ore) e fustigazioni (l’ultima contro uno che ha aperto il ristorante in pieno Ramadan), eseguite in pubblico dai terroristi. Le accuse di shirk, bidaa o dalala (in arabo politeismo, eresia, deviazione dalla retta via) sono tra le più ricorrenti nei tribunali islamici istituiti dal Califfato, che così intendono mettere a tacere ogni contestazione da parte islamica. 

Redazione Agenzia Stampa Italia

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