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Myanmar, continuano le violenze contro i musulmani Rohingya

(ASI) Bangkok – L’associazione birmana dei musulmani ha invitato tutti i fedeli islamici del Paese a non celebrare la festività di Eid al-Adha, uno degli eventi più importanti per il mondo dell'islam. Dopo un periodo di relativa tranquillità, nei giorni scorsi sono tornate le violenze che hanno causato la morte di tre persone e migliaia di abitazioni sono state date alle fiamme.

Nello Stato di Rakhine, ad ovest del Myanmar, al confine con il Bangladesh, moltissime persone hanno dovuto abbandonare la propria abitazione in seguito alla nuova andata di violenza e le autorità locali hanno imposto il coprifuoco durante la notte in diverse zone.

Le violenze tra la minoranza musulmana e la maggioranza buddista non si fermano e sembrerebbe che siano iniziati anche nella città costiera di Kyaukphyu, conosciuta per i giacimenti di petrolio e gas naturale.

Sono circa 800mila i Rohingya in Myanmar ma non sono riconosciuti tra le etnie del Paese e hanno perso anche il diritto di ottenere la cittadinanza a causa di una legge del 1982 che prevede che le minoranze devono dimostrare di vivere nel Paese da prima del 1823.

Recentemente, anche il Bangladesh, che ospita diverse centinaia di migliaia di rifugiati, aveva ordinato alle organizzazioni umanitarie di cessare il proprio aiuto.

Negli ultimi anni la situazione di violenza e povertà ha attirato l’attenzione internazionale ma le loro condizioni di vita non sono migliorate.

Piú di cinquecento Rohingya sono stati uccisi nello Stato di Rakhine negli ultimi mesi e circa 80mila risultano dispersi o sfollati.

Decenni di discriminazioni hanno fatto dell’etnia Rohingya una delle minoranze più perseguitate al mondo.

Fabio Polese per Agenzia Stampa Italia

 

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