(ASI) Pochi sanno che dietro il celebre Premio Nobel, simbolo di eccellenza e progresso umano, si nasconde una storia di rimorso, riflessione e redenzione. Il suo fondatore, Alfred Nobel, fu un chimico e inventore svedese che, nel XIX secolo, rivoluzionò l’industria con la sua invenzione più nota: la dinamite,
Nato a Stoccolma nel 1833, Nobel dedicò la vita alla ricerca scientifica. Dopo anni di esperimenti con la nitroglicerina, riuscì a renderla stabile e maneggiabile, creando così la dinamite. Questa scoperta ebbe un impatto enorme sull’industria mineraria e sulle grandi opere di ingegneria, ma presto venne anche utilizzata per scopi bellici, provocando distruzione e morte.
Si racconta che Nobel rimase profondamente scosso quando un giornale francese, per errore, pubblicò il suo necrologio prima della sua vera morte, titolando: “Il mercante di morte è morto”. In quelle parole Nobel vide il giudizio che la storia avrebbe potuto riservargli e decise di cambiare il proprio destino.
Nel suo testamento, datato 1895, lasciò quasi tutta la sua immensa fortuna per creare una serie di premi destinati a chi avesse contribuito “al maggior beneficio dell’umanità”. Nacquero così i Premi Nobel, conferiti ogni anno per la Fisica, la Chimica, la Medicina, la Letteratura e la Pace.
Con questo gesto, Alfred Nobel trasformò il frutto della distruzione in un simbolo di progresso e speranza. Da più di un secolo, il suo nome non è più legato alla dinamite, ma alla ricerca della conoscenza, del bene e della pace universale.
Salvo Nugnes
*Immagine generata da Microsoft Copilot


