Addio a Gianfranco La Grassa, economista e filosofo

(ASI) Conegliano Veneto (Tv) – Il 25 settembre si è spento presso l’ospedale di Conegliano Veneto, in provincia di Treviso dov’era ricoverato da tempo, Gianfranco La Grassa, economista, filosofo, pensatore originale e dalle vedute profetiche. Era nato nel 1935 a Conegliano Veneto. Nel 2021 aveva donato al Comune di Picerno (Pz) la sua intera biblioteca personale, composta da migliaia di volumi. Un patrimonio di scritti, riviste, lettere, tra i quali spiccano scambi epistolari con numerosi intellettuali italiani, francesi, inglesi, spagnoli, portoghesi e sudamericani – e altri documenti di grande valenza, storica, economica, politica e culturale, oggi custodito presso la biblioteca comunale nella Torre di Picerno dove è stato creato l’omonimo fondo.

La Grassa, inizialmente fu assistente di Antonio Pesenti – Ministro nel primo governo di unità nazionale del CLN presieduto da Ivanoe Bonomi e successivamente Ministro delle Finanze nel secondo Governo Bonomi – diventando suo collaboratore in Economia politica presso la Facoltà di Giurisprudenza di Pisa. Nel 1965 frequentò il corso di specializzazione alla Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno), diretta allora da Pasquale Saraceno, vicepresidente dell’IRI.

Tra il 1970 e il 1971 seguì a Parigi i corsi di Charles Bettelheim, suo Maestro francese, all’École Pratique des Hautes Études, dedicati al calcolo economico e alle forme sociali di produzione. Viene considerato il suo maggiore allievo italiano. Con lui La Grassa si avvicinò anche alla scuola althusseriana, di cui divenne per anni uno dei principali interpreti in Italia.

Dopo la morte di Pesenti, nel 1973, ottenne la cattedra di Economia politica all’Università di Pisa, per poi diventare professore associato. Nel 1979 si trasferì a Venezia, insegnando sempre economia politica presso il Corso di Laurea in Storia, della Facoltà di Lettere e Filosofia, dove rimase fino al suo pensionamento.

Politicamente, fu vicino al Partito Comunista Italiano fino alla metà degli anni Sessanta, ma se ne allontanò in seguito a divergenze politiche e teoriche. Aveva infatti smesso di definirsi marxista, senza mai abbandonarne le idee. Anzi, nel suo ripensamento, la Grassa aveva messo in discussione la centralità marxiana della proprietà dei mezzi di produzione. Con Costanzo Preve, fu tra i fondatori del Centro Studi di Materialismo Storico a Milano, nella parte finale del secolo scorso. In quell’area politica, fu tra i pochissimi a comprendere la crisi irreversibile della sinistra e la necessità di superare l’annosa questione della dicotomia destra-sinistra, fascismo-antifascismo, un’eredità raccolta dal collega Costanzo Preve e ora dal filosofo Diego Fusaro.

Innumerevoli i suoi saggi, pubblicati con le più importanti case editrici italiane – Editori Riuniti, Feltrinelli, Dedalo, FrancoAngeli, ManifestoLibri, Mimesis, Editoriale Scientifica, Solfanelli e successivamente tradotti in più lingue straniere.

 

Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia

 

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