Avv. Trisciuoglio: “La professione forense è Mistica del Lavoro. Il Diritto: un patimento ineffabile che si risolve in amore”
Maestri ed allievi: una idea diversa di avvocatura. Oggi la prima causa in sostituzione dell’Avv. Nicola Trisciuoglio della nuova “associata” allo Studio Trisciuoglio della Capitale.
(ASI) L’Avv. Guendalina Chiesi. Laurea e Master presso la Sapienza di Roma con il massimo dei voti e la lode. Ancorchè giovanissima, appena trentenne, già impegnata in processi di rilievo in ambito nazionale l’Avv. Guendalina Chiesi ha dato inizio alla sua “avventura” con Noi. “La Professione mi ha insegnato che un processo non è solo la rigidità e la fredda glacialità di articoli di legge. Non è solo montagne di carte processuali. In ogni processo ci sono vite, esseri umani con le loro famiglie, le loro sofferenze e i loro dolori. Un processo è fatto, semplicemente quanto complicatamente, di persone. Solo in questa visione ci si può rendere conto che l’accusa, la difesa, il giudicato… sono questioni così ferocemente complesse che possono essere affrontate solo con il sentimento della passione, con la mente, ma soprattutto con il cuore. È questo il compito a cui è chiamato l’avvocato: guardare con la mente, la sapienza giuridica, ma soprattutto con il cuore, nella sua difesa, le persone e lottare per loro - senza risparmiarsi - sino all’ultimo respiro. È un grave fardello ma anche un grande onore e un orgoglio indossare questa umile toga ricamata di nero e di argento” Le parole dell’Avv. Chiesi sono in linea con le idee di questo studio legale, perché Noi abbiamo nella Nostra idea assai ben fissa la Mistica di questa professione che definiamo “mestiere” perché vogliamo ferocemente essere e rimanere artigiani del diritto contro lo stile liberal-borghese-mercantilista che caratterizza sempre più, nella decadenza dei tempi della modernità, questa nobile professione che al fine è arte. Noi intendiamo essere diversi e lo siamo. Noi non vogliamo essere «lavoratori» così come concepiti nelle varie forme di socialismo, utopico o scientifico, né intendiamo essere «operai» organizzati in categorie che siano di mestieri o di professioni, atteso che ripudiamo ferocemente ogni commistione del lavoro con la mercantile pseudoetica borghese e con la speculatività del liberismo. Noi intendiamo essere «militi del lavoro»… asceti costruttori di una nuova società, la cui rinunzia ad ogni personale sentimento e ad ogni motivo d'azione individuale, il cui atteggiamento di fronte agli altri uomini e il cui contegno generale devono essere quelli del «soldato» Questa è la missione della “Toga”.
 
 
 
 

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