DL Crescita, Rampelli (Vicepresidente della Camera-FDI): "Capitale beffata, Roma salverá i comuni ma nessuno la salverà"

(ASI) Roma - “In questo Decreto definito crescita ci sono 110 articoli puntuali, dunque si tratta di un provvedimento con interventi a pioggia, nessuna crescita, nessuna inversione di rotta.

Non sono state rilanciate industria e attività produttive, non sono stati fatti investimenti, non c’è stata nessuna scossa fiscale per dare impulso all’economia. La malattia contagiosa della prima Repubblica ha colpito anche il ‘Governo del cambiamento’. Sul Salvaroma abbiamo raggiunto il paradosso. Con la rinegoziazione dei mutui a tassi d’interessi inferiori, Roma non potrà godere di quei risparmi per l’abbassamento della tari o dell’irpef, tra le più alte d’Italia. Con i risparmi infatti si andrà ad alimentare un fondo per soccorrere altri Comuni d’Italia in stato di dissesto. Sarà dunque Roma a salvarli. Non siamo contrari ad affiancare le amministrazioni in difficoltà, del resto se lo Stato salva l’Ilva, il Monte Paschi, la Banca Etruria, Carige, Mercatone Uno, eccetera, non si capisce perché non dovrebbe salvare amministrazioni pubbliche gestite male dai sindaci, condannando le popolazioni a degrado urbano e super tasse.

Ma è necessario che la Capitale abbia finalmente il suo ruolo, i suoi beni, le sue risorse, competendo non con gli altri comuni italiani, come ha lasciato intendere Salvini, ma con le altre Capitali europee. Si può parlare di nuove autonomie regionali solo se contestualmente si risolve il dilemma di una Capitale messa nelle condizioni di badare a se stessa, con la gestione dei suoi beni e un’autonoma capacità decisionale. Non è decoroso sentire il governo italiano dire che la Capitale è uguale a tutti i comuni, così come sarebbe una bugia affermare che molti capoluogo di Regione sono uguali alle piccole città. Ogni aggregato urbano ha una sua specificità e una sua conseguente vocazione”.

È quanto dichiara in una nota  il vicepresidente della Camera dei deputati di Fdi Fabio Rampelli dopo il varo del Decreto crescita.

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