Parlamento Bloccato. Labriola (FI) : Lo stallo lascia le emergenze al palo. Anche Taranto penalizzata

labnriola(ASI) Roma. “Un avvio di legislatura deprecabile, quello che stiamo vivendo, che vede il Parlamento immobile per colpa dei gravissimi ritardi dell’Esecutivo, incapace di decidere alcunché. Che si tratti dell’Aula o delle commissioni, il risultato è uno solo: l’intera deputazione è stata messa in naftalina dal governo gialloverde, con grave danno per il Paese, che sta perdendo tempo prezioso”, lo dice l’onorevole Vincenza Labriola di Forza Italia.


“Le emergenze rimangono tutte al palo – prosegue l’azzurra –, nessuna risposta concreta, solo ostracismo in un clima di campagna elettorale infinita. Ancora nessuna risposta è giunta sulla richiesta di calendarizzazione della risoluzione n.7001, a mia prima firma, sul Mar Piccolo, che esorta la politica a dare risposte concrete a centinaia di migliaia di persone che vivono a Taranto e nell’hinterland. Serve un approccio di totale discontinuità con il passato, che abbia come faro la severa bocciatura della Consulta del decreto salva Ilva del 2015, sulla necessità di bilanciare tutte le emergenze in atto, invece di privilegiare esclusivamente la questione produttiva. Ambiente, salute, sicurezza sul lavoro devono andare di pari passo con la questione industriale. Tra gli altri nodi esposti nella risoluzione, la necessità di istituire uno specifico ente per lo sviluppo Marittimo dell’Area di Taranto, che sia anche attivo nell’ambientalizzazione e nella riqualificazione. Forza Italia vigilerà affinché il bilanciamento tra le emergenze non avvenga solo a parole”.
“Il rilancio di Taranto – conclude Labriola – può avvenire solo in modo corale, con la collaborazione delle associazioni che operano sul territorio e degli stakeholder. Chiediamo anche l’istituzione di un’area naturale protetta, al fine di coniugare al meglio la tutela ambientale con lo sviluppo turistico e la produzione marina. Ma tutto questo potrà avvenire se, e solo se, ai rappresentanti dei cittadini che siedono in Parlamento sarà consentito di lavorare”.

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