Formazione governo: tutti contro tutti

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(ASI) Aumenta la tensione per la delicata situazione nel nostro paese. “Stiamo approfondendo alcune questioni sulla lista dei ministri, ma non ci vorrà molto”, ha detto Carlo Cottarelli, al suo rientro alla Camera, cercando così di rassicurare la stampa.

Il premier incaricato aveva lasciato poco prima il Quirinale, da un’uscita secondaria (gesto inconsueto in queste circostanze), dopo il colloquio con Sergio Mattarella. Il capo della comunicazione del Colle si è presentato ai giornalisti, che si erano accorti dell’assenza del presidente della Repubblica nello studio della Vetrata a causa dell’allontanamento dei corazzieri dalla porta di quest’ultimo, rendendo noto che i due si rivedranno domani mattina. Tale scenario non è passato inosservato, in quanto è inedito in tale contesto, perché si pensava che la convocazione del nuovo potenziale inquilino di Palazzo Chigi rappresentasse una conferma indiretta dello scioglimento della riserva sull’esecutivo e sui suoi componenti. Non è esclusa inoltre, secondo alcune fonti ufficiose, la possibilità che si vada alle urne nella finestra tra il 29 luglio e il 5 agosto. La preoccupazione di queste ore, per l’incertezza degli scenari futuri, è stata evidenziata anche dalla richiesta del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza di rafforzare la vigilanza, in tutte le sedi istituzionali, per le manifestazioni in programma per i prossimi giorni. Il nervosismo che si respira è emerso pure dalle polemiche dovute alle affermazioni di Oettinger, secondo cui l’andamento dei mercati influenzerà il voto degli italiani. Tutti i partiti hanno condannato questa frase e il giornalista, autore dell’intervista al commissario al bilancio europeo, ha ammesso l’errore di traduzione di quanto pronunciato dall’esponente di Bruxelles. Le difficoltà emerse da domenica nella formazione dell’esecutivo giallo – verde, in seguito al rifiuto di Mattarella di nominare Paolo Savona come responsabile del dicastero dell’Economia per le sue posizioni contrarie all’euro, hanno causato anche oggi, per l’ennesima volta, il crollo delle principali piazze finanziarie. La più penalizzata è stata quella di Milano che ha concluso le contrattazioni con un calo del 2,65%, a causa delle pesanti vendite soprattutto dei titoli bancari. Non accennano a diminuire neanche i timori per il differenziale, tra i Btp italiani e i Bound tedeschi, che ha superato quota 300 punti base.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

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