Lo scioglimento del Corpo Forestale non penalizzi il servizio pubblico

corpoforestaledellostato(ASI) Roma – Dal 1 gennaio 2017 il Corpo Forestale dello Stato non esiste più. Settemila forestali, nell'ambito della razionalizzazione delle forze di polizia, sono stati assorbiti all'interno dell'Arma dei Carabinieri come “Carabinieri Forestali” e diventeranno militari a tutti gli effetti, come previsto dal Decreto Legislativo n.177/2016, approvato definitivamente il 28 luglio 2016, in applicazione della legge n.124/2015.

Il Corpo Forestale è confluito nell'Arma dei Carabinieri e riorganizzato come Comando Unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare. I restanti settecento forestali saranno, invece, ripartiti fra la Guardia di Finanza (50 circa), la Polizia di Stato (120) e i Vigili del Fuoco (360).

Confluiscono nella nuova struttura alcuni reparti specializzati dell'Arma dei Carabinieri: il Comando Carabinieri per la tutela dell'Ambiente (Noe), ed il Comando Carabinieri Politiche agricole e alimentari, finora compresi nel Comando della Divisione Unità Specializzate.

Il nuovo Comando, alla cui guida è stato designato il Generale di Corpo d'Armata Antonio Ricciardi (già Vice Comandante generale dell'Arma), è stato costituito il 25 ottobre 2016 con una cerimonia solenne tenutasi presso la Caserma “Salvo D'Acquisto” di Roma alla presenza del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina e del comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette.

Tra i suoi compiti la lotta alle ecomafie, la sorveglianza dei 20 Parchi Nazionali in Italia e delle altre 130 aree protette, il rispetto della Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie della flora e della fauna che rischiano di estinguersi.

Inoltre, concorrono all'espletamento di servizi di ordine e sicurezza pubblica, nonché al controllo del territorio, con particolare attenzione alle aree montane e rurali.

Ma, attualmente, la situazione all'interno dei rappresentanti dell'ormai ex Corpo Forestale dello Stato non pare essere calma, infatti molti di loro hanno già fatto domanda di assegnazione presso altre pubbliche amministrazioni, tramite il portale della mobilità presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, senza però sapere se la loro domanda sia stata accettata o meno.

Quello che l'opinione pubblica ora auspica è che non si crei il solito teatrino all'Italiana con una confusione di competenze e funzioni che possano penalizzare il servizio pubblico.

Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia

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