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 Italia. Garavaglia (Lega): Monti imposto da un golpe dell’alta finanza
(ASI) Massimo Garavaglia, senatore della Lega Nord, getta nuove ombre sul governo Monti proprio nei giorni in cui accresce il fronte di politici che ammiccano a un Monti-bis. Egli sostiene che in Italia nel novembre dello scorso anno si sia verificato un vero e proprio colpo di Stato finanziario per la scalata al potere dei tecnici e dunque la nomina di un governo presieduto dal professore-banchiere.

"Monti viene fatto senatore a vita il 9 di novembre. Il 10 siamo in Commissione Bilancio a chiudere la finanziaria in commissione, e quello stesso giorno vengono a interrogarci gli ispettori della Bce (della Banca centrale europea) e di Bruxelles, perché eravamo sotto inchiesta. E così veniamo interrogati - prosegue Garavaglia -: il presidente Giorgetti (presidente della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei Deputati), me, Antonio Azzolini (presidente della commissione Bilancio del Senato), il presidente e il vicepresidente delle due commissioni".

Il senatore leghista prosegue poi il suo inquietante racconto: "Ci fanno tutto il loro bell’interrogatorio, alla fine l’ultima domanda è: «Ma voi sosterrete il governo Monti?». Io gli rispondo: «Ma, vedremo. C’è un governo in carica, se cade vedremo chi verrà nominato e decideremo». «No, no, no. Verrà fatto il governo Monti. Voi lo sosterrete?»."

Ricevuto il diktat, Garavaglia avrebbe risposto con riluttanza: "No, non funziona così. Noi siamo stati eletti in una maggioranza, se la maggioranza non sta più in piedi si va e si vota e il popolo decide chi governa”.

A questo punto giungono le minacce da parte degli ispettori di Bce ed Ue: "No, no, no. Non ci siamo capiti. Se voi non sostenete il governo Monti, noi non compriamo i vostri titoli per due mesi, e voi andate in fallimento".

Garavaglia conclude poi il suo sinistro racconto in questo modo: "Va bene. Questo è giovedì 10 novembre. Venerdì noi chiudiamo la finanziaria al senato, poi va alla camera, e Stefano (Allasia, deputato leghista, ndr) con gli altri la vedono la domenica, e lunedì viene incaricato Monti. Martedì è premier. Tutto bello semplice. Quindi questo discorsetto, che è stato fatto a noi, evidentemente è stato fatto anche ai leader politici – noi eravamo solo interrogati in quanto tecnici della materia – e tant’è che all’inizio anche Di Pietro era in sostegno a Monti perché ci aveva creduto anche lui a questo ricatto dello spread, e così è andata…".

Redazione Agenzia Stampa Italia


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