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“Il Sileno” solidale con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

(ASI) Cosenza - «La classe politica italiana, senza freno, sta continuando a sbattere la porta in faccia ai giovani e alla cultura. Dopo i molteplici tagli alla ricerca, all’istruzione, alla tutela dei beni culturali che simbolicamente hanno portato al crollo della Domus dei gladiatori di Pompei, ai problemi di restaurazione del Colosseo, alla chiusura di numerose fondazioni, alla scarsa serietà riscontrata nella preparazione dei concorsi TFA per aspiranti docenti, è giunta l’ora anche di dire addio all’Istituto italiano per gli Studi Filosofici, il più grande centro culturale italiano».

 Decisi sono i giovani dell’Associazione “Il Sileno”, presieduta da Francesco De Pascale, dottorando dell’UniCal, che non «tollerano l’ennesimo attacco ai simboli del sapere». In questi giorni, infatti, lo stabile della biblioteca dell’Istituto è stato sfrattato. Milioni di libri finiranno in scatoloni in un immobile a Casoria, nella periferia di Napoli. Si tratta di testi inediti come la prima edizione italiana dell’Encyclopedie di Diderot e D’Alembert e molti scritti di Benedetto Croce e Giordano Bruno. «I volumi - afferma Gerardo Marotta, presidente dell’Istituto - moriranno in un capannone della periferia. La Regione Campania ha promesso di creare una biblioteca per l’istituto da più di dieci anni. È stata una battaglia infinita e ora mi hanno lasciato solo». Marotta fa anche un invito al Presidente del Consiglio Monti: «venga qui a vedere questa vergogna». «Siamo vicini all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, al suo presidente – afferma il vicepresidente de Il Sileno, Battista Liserre – e ai tanti giovani che studiavano nell’accademia. Un paese senza cultura equivale metaforicamente ad un paese senza acqua, ovvero ad un paese senza beni di prima necessità. Da culla della cultura, l’Italia si è trasformata in vittima della realtà postmoderna, con politiche mirate a salvaguardare gli interessi delle multinazionali e delle banche, tagliando le gambe alla cultura e alle fasce sociali più deboli».

 Elia Fiorenza Agenzia Stampa Italia

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