Tanto clamore per Navalny, silenzio glaciale per Assange. Eppure si tratta di due prigionieri politici

(ASI)La tendenza dell'Occidente sembra ormai irreversibile: demonizzare l'avversario politico sempre, qualunque sia la motivazione del suo comportamento. Chi sta dall'altra parte della barricata è cattivo per definizione. Invece chi sta dalla parte dei buoni (Occidente) è sempre giustificato, anche in un tribunale internazionale chiamato a giudicare i crimini di guerra e genocidi. Questa in sintesi è la morale perversa che continua ad ispirare l'Occidente anche in questo inizio di secolo.

La forsennata campagna dell'Occidente contro la Russia va avanti, anche se sembra aver spostato il mirino, almeno momentaneamente, dal deludente fronte di guerra ucraino all'interno della Russia, nel tentativo di dividerla e destabilizzarla politicamente - ad un mese  dalle elezioni presidenziali, dove Putin è favorito. Allora 'provvidenzialmente' arriva il caso Navalny, e un prigioniero politico morto in circostanze misteriose si trasforma in un eroe del 'mondo libero'. Ma il carcere di massima sicurezza (Belmarsh) di Londra ha un altro rpriginiero politico che i governi occidentali hanno da sempre dimenticato. Julian Assange è detenuto pretestuosamente da diversi anni. Mentre gli USA chiedono l'estradizione con l'imputazione di spionaggio (che comporterebbe l'ergastolo), di una persona già molto provata dalla lunga prigionia. Ma i governanti europei sono distratti e guardano altrove. Decretano più sanzioni alla Russia e protestano e ne convocano gli ambasciatori. Dall'altro lato, anche la Russia avrebbe la possibilità di protestare contro la Gran Brertagna per l'ingiusta detenzione di Assange e convocare, a sua volta, gli ambasciatori occidentali per chiarimenti sul trattamento riservato al giornalista australiano. Perchè il Cremlino non si è ancora mosso in questo senso? La guerra in atto è anche, e soprattutto, una guerra di immagine e propaganda. Occorre prenderne atto.

 

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