Colombia, la popolazione vota contro accordo di pace con Farc

 colombia(ASI) Con uno scarto di appena 65 mila voti ed il 51,3 per cento dei voti i colombiani hanno respinto l’accordo di pace tra il governo e le Forze armate rivoluzionarie (Farc). Nelle zone di confine dove la lotta contro le Farc ha seminato morte e distruzione la vittoria è stata dei favorevoli all’accordo che mette fine ad oltre 50 anni di guerra.

La vittoria del no, vincolante, potrebbe ora creare molti problemi al presidente Juan Manuel Santos che ha passato gli ultimi tre anni alla ricerca di un accordo di pace con il gruppo. Il governo non era tenuto a sottoporre l’accordo al voto popolare me ha preferito farlo nella convinzione che i cittadini avrebbe approvato la condotta dell’esecutivo mentre ora il voto popolare rischia di rimettere tutto in discussione.

Appresi i risultati il presidente Santos ha accettato l’esito della consultazione ed ha chiesto un incontro alle parti per fare il punto della situazione pur confermando il cessate il fuoco bilaterale definitivo tra il governo e le Farc. Da parte sua Timoleon Jimenez "Timoshenko", leader del gruppo guerrigliero, ha espresso la volontà del suo gruppo a proseguire negli sforzi per la pace.

Pochi giorni prima del voto Santos aveva anticipato che in caso di vittoria del No sarebbe stato impossibile negoziare un nuovo accordo e che anzi si sarebbe tornati ad uno stato di aperto conflitto tra le parti.

Secondo gli analisti colombiani però il governo, puntando sull’esigua vittoria del fronte dei contrari, proverà a rinegoziare gli accordi anche se le Farc potrebbero non accettare modifiche di sorta. L’accordo raggiunto nei mesi scorsi prevedeva fra l’altro che i miliziani delle Farc avrebbero consegnato le loro armi entro sei mesi dalla ratifica mentre il governo si è impegnato a convincere i colombiani ad accettare la presenza delle Farc come forza politica secondo le regole democratiche. In cambio il partito che segnerà la mutazione delle Farc otterrà una base minima di 10 seggi garantiti in Parlamento, cinque per ognuna delle due Camere.

Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia.

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