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Vogliono smantellare la Sanità pubblica
(ASI) Le scelte politiche e le modalità di pianificazione, organizzazione ed erogazione dei servizi sanitari hanno messo progressivamente in discussione l’articolo 32 della costituzione e i principi fondamentali del SSN.

 

È questo l’allarme lanciato dal dott. Nino Cartabellotta – Presidente della Fondazione GIMBE – per sottolineare che la situazione della Sanità pubblica non più coerente con i diritti costituzionali e con la legge che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale

 

«Il perpetuarsi di scelte errate ─ continua Cartabellotta ─ ha determinato gravissime diseguaglianze, danneggiando la salute dei cittadini e compromettendo la dignità delle persone e la loro capacità di realizzare le proprie ambizioni».

 

«Infatti ─ spiega Cartabellotta ─ a fronte di un diritto costituzionale che garantisce “universalità ed equità di accesso a tutte le persone” e alla legge 833/78 che conferma la “globalità di copertura in base alle necessità assistenziali dei cittadini”, oggi le diseguaglianze regionali hanno raggiunto livelli inaccettabili, in termini di offerta dei servizi, di appropriatezza dei processi e di esiti di salute. Pertanto, se la politica confermerà di voler tutelare l’autonomia delle Regioni, le capacità di indirizzo e verifica del Ministero della Salute sui 21 sistemi sanitari regionali dovranno essere ampliate e dotate di strumenti adeguati. In particolare, non è più differibile la definizione di standard clinico-assistenziali e indicatori di performance unitari per tutto il territorio nazionale».

 

«Inoltre ─ continua Cartabellotta – la pianificazione, organizzazione ed erogazione dell’assistenza sanitaria incontra numerosi ostacoli, in parte legati all'eterogeneità delle aziende sanitarie, in parte a modalità gestionali poco compatibili con il “prodotto salute”. L’approccio al management continua a essere guidato dalla produzione e non dai risultati di salute; il finanziamento delle Aziende sanitarie è basato quasi esclusivamente sul binomio produttività-consumi; le differenti modalità di finanziamento tra aziende sanitarie che erogano gli stessi servizi generano interessi in competizione; esistono resistenze e difficoltà ad attuare varie modalità sovra-aziendali di organizzazione dell’assistenza sanitaria».

 

«Pertanto – conclude Cartabellotta – per mantenere un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico è indispensabile ripensare a numerosi aspetti relativi alla programmazione, organizzazione e valutazione dei servizi sanitari coinvolgendo tutti gli stakeholders del pianeta Sanità».

 

La Fondazione GIMBE invita tutti a sottoscrivere il progetto Salviamo il Nostro Servizio Sanitario Nazionale.

 

www.salviamo-SSN.it

 

Fondazione GIMBE, Bologna

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