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Repubblica si allarma per il verde... ma non si accorge che a Palermo c'è un Avamposto

(ASI) Palermo. Lettere in Redazione - Un articolo del 5 aprile di Mario Pintagro, contenuto nell’edizione palermitana de la Repubblica, denuncia il degrado che investe importanti aree verdi... del capoluogo siciliano: il laghetto di piazza Niscemi, dove fra le acque stagnanti galleggia perfino il cadavere di una tartaruga; il roseto ‘virtuale’ dell’ex verde Terrasi, in viale Campania, dove al posto dei fiori, attesi da otto anni, crescono attualmente soltanto le erbacce; e così via. Scene, queste, che sono arcinote a tutta la cittadinanza, che non destano neppure scalpore e sdegno, tanta è la rassegnazione e l’indifferenza di una popolazione dis-integrata, nel vero senso della parola.
Quella del verde urbano, infatti, è solo una delle numerosissime facce del poliedrico degrado urbano che affligge Palermo, frutto sia di una pluridecennale malagestione bipartisan, sia di una “malacultura” del pubblico, figlia di una ideologia che tende a sgretolare ogni rapporto naturale e immediato fra uomo e territorio.
Tutti sappiamo che un problema di siffatta portata può essere radicalmente risolto soltanto con azioni strutturali da parte delle istituzioni preposte; tuttavia, mentre la situazione sembra sempre più sfuggire di mano alla nostra indegna classe politica, il Cuib Codreanu Palermo di Forza Nuova ha lanciato un’iniziativa che vuole essere non solo un rimedio immediato all’assenza di un preciso progetto politico di recupero, ma anche un segnale culturale e trasversale, per usare un’espressione di Gustave Thibon, di “ritorno al reale”, ovvero di ritorno a una sana concezione dell’uomo e dell’ambiente che guardi agli spazi pubblici non come a una terra-di-nessuno ma come a un ager publicus da far fruttare nell’interesse della comunità e degli individui, da cui trarre vantaggi sia materiali (per esempio giardini e luoghi di ristoro, coltivazioni, aree fruibili per attività ludiche), sia – osiamo dire – spirituali (senso di appartenenza comunitaria, responsabilità nei confronti del patrimonio comune, legame con la terra dei padri).
Il progetto prende il nome di Avamposto Verde e sono numerose le piazze che hanno visto, dal novembre 2012, i militanti forzanovisti e altri volontari prendere parte a un progetto di risanamento del territorio: piazza Lolli, piazza Amendola, piazza Turba, via Pagano sono state gestite da decine di ragazzi, impegnati in una periodica azione di pulizia, potatura, verniciatura delle panchine e altri piccoli interventi miranti a rendere nuovamente fruibili le aree verdi.
Cogliamo dunque l’occasione dell’articolo apparso su Repubblica per ribadire a tutti coloro che volessero sostenerci che è possibile contattarci al 3291362654. Sono ben accette sia le attrezzature necessarie (guanti, sacchetti, cesoie, scope, ecc.), sia braccia forti su cui contare per il lavoro. E ricordiamo, inoltre, a Pintagro e ai suoi colleghi giornalisti che il loro silenzio sulle nostre attività, frutto di pregiudizi e diktat politici, li rende complici delle malefatte del sistema che fingono di denunciare.

AVAMPOSTO VERDEE

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