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Cronaca dell’addio di Benedetto XVI

(ASI) Lettere in Redazione - Il 27 Febbraio 2013 Benedetto XVI ha tenuto l’ultima udienza in piazza S. Pietro in uno scenario architettonico unico sotto un Sole splendente. Una data indimenticabile per la folla accorsa da tutto il mondo e per tutti i fedeli.  150000 persone affollano la piazza, più di 200 agenti addetti alle misure di sicurezza. Un elicottero della polizia sorveglia dall’alto. Benedetto XVI nella sua automobile, passando nel percorso a Lui riservato, saluta con le mani, tendendole ai più vicini in particolar modo ai bambini. Sedutosi al centro di un palco predisposto  in mezzo alla piazza inizia a leggere il discorso con commozione e tanta serenità accompagnato da ovazioni e sventolio di bandiere:

Vi ringrazio per la comprensione con cui avete accettato le mie dimissioni, la vostra innumerevole presenza me lo conferma, dimostrandomi tutto il vostro affetto. Mi sono sentito come Pietro e gli apostoli nel lago di Galilea. Come gli apostoli, le mie forze fisiche e spirituali non mi consentono più di guidare la barca di Pietro nella realtà in cui viviamo. Nel mio pontificato ci sono stati momenti belli, ma anche tanti difficili durante i quali non mi sono mai sentito solo. Pertanto, ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicini nei momenti di grande difficoltà. Pregherò per loro. Sappiate, però, che non abbandonerò la Croce, ma continuerò a lavorare e a pregare per il bene della Chiesa e dell’umanità”.

E in un commosso applauso si erge la scritta Wel’s miss yu (ci mancherai) e altri slogan quali:

- Tu sei Pietro e noi giovani ti amiamo;

- Papa amatissimo, Papa delle parole, Papa rivoluzionario;

- Grazie Benedetto, siamo tutti con te!

- La tua umiltà ti ha reso più grande.

Una bella ragazza intervistata dice: “Vengo da Milano, sono un’atea, ma questo è un momento storico da ricordare. Rispetto la sua scelta. Amare la Chiesa vuol dire fare anche scelte difficili. Un gesto d’amore per la Chiesa e per tutti noi. Ha ereditato una Chiesa molto più sporca di quella che lascia”.

Benedetto XVI ha poi fatto una sintesi del suo discorso in tutte le lingue e in polacco ha ricordato la beatificazione di Giovanni Paolo II. Infine, dopo aver frenato il clamore della folla, ricordando il momento di preghiera, ha benedetto i bambini, i malati e i sofferenti.

 

Ore 17.05 Lascia Roma a bordo di un elicottero volando verso la residenza di Castel Gandolfo, in attesa che gli venga preparata la sua abitazione definitiva in Città del Vaticano, nel convento di clausura voluta da Giovanni Paolo II. La moltitudine di gente  che ancora una volta si è radunata nella Piazza di San Pietro segue con grande  emozione e commozione  il suo addio, mentre la campana della Basilica suona a festa per il saluto a un grande teologo, pensatore, a un uomo con una grande sete di Dio

Ore. 17.25 L’elicottero atterra a Castel Gandolfo dove ad attenderlo ci sono il sindaco e il parroco.

Ore 20. Si chiude il portone del Palazzo apostolico e inizia la sede vacante, mentre gli abitanti di Castel Gandolfo sono felicissimi di aver vicino un papa emerito che considerano come di casa.

 

 

 

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