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L'invidia del demonio" secondo Mons. Bergoglio

(ASI) La fumata bianca ha dato l’atteso segnale in una uggiosa serata romana. Jorge Mario Bergoglio, con il nome di Francesco, è il nuovo Sommo Pontefice. Mentre la Chiesa piega le ginocchia e alza gli occhi al cielo per pregare - come indicato da Benedetto XVI durante la sua ultima Udienza generale - per il suo nuovo Papa, qualche organo d’informazione si compiace di questo voto. In molti, infatti, forti del fatto che il Cardinal Bergoglio sia stato contrapposto a Ratzinger nel Conclave che elesse quest’ultimo, vedono in lui la persona adatta a far sterzare la barca di Pietro rispetto alla sana direzione dottrinaria imbastita da Benedetto XVI. Una nuova direzione - auspicano costoro - che possa condurre verso il largo del progressismo, trovando nel Concilio Vaticano II il luogo di riforma permanente della Chiesa.

A seppellire le loro speranze, tuttavia, è stato lo stesso Francesco, quando era Arcivescovo di Buenos Aires, prima ancora che le supposizioni e le dietrologie potessero trovar spazio in questo circo mediatico post-Conclave. Il 22 giugno 2010, alla vigilia della decisione del Senato argentino di approvare il matrimonio e le adozioni omosessuali, scrisse una lettera alle suore carmelitane di Buenos Aires destinata a segnare in modo indelebile gli animi dei fedeli dell’Argentina.

«Il popolo argentino - scriveva il futuro Papa - dovrà affrontare nelle prossime settimane una situazione il cui esito può seriamente ferire la famiglia. Si tratta del disegno di legge che permetterà il matrimonio a persone dello stesso sesso. È in gioco l’identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. È in gioco la vita di molti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati della loro maturazione umana che Dio ha voluto avvenga con un padre e con una madre. È in gioco il rifiuto totale della legge di Dio, incisa anche nei nostri cuori».

Poi le parole fortissime: «Ricordo una frase di Santa Teresina [di Lisieux, 1873-1897] quando parla della sua malattia infantile. Dice che l’invidia del Demonio voleva vendicarsi della sua famiglia per l’entrata nel Carmelo della sua sorella maggiore. Qui pure c’è l’invidia del Demonio, attraverso la quale il peccato entrò nel mondo: un’invidia che cerca astutamente di distruggere l’immagine di Dio, cioè l’uomo e la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra. Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio. Non è solo un disegno di legge (questo è solo lo strumento) ma è una “mossa” del padre della menzogna che cerca di confondere e d’ingannare i figli di Dio. E Gesù dice che per difenderci da questo accusatore bugiardo ci manderà lo Spirito di Verità».

E infine: «Oggi la Patria, in questa situazione, ha bisogno dell’assistenza speciale dello Spirito Santo che porti la luce della verità in mezzo alle tenebre dell’errore. Ha bisogno di questo Avvocato per difenderci dall’incantamento di tanti sofismi con i quali si cerca a tutti i costi di giustificare questo disegno di legge, e che confondono e ingannano perfino persone di buona volontà Il disegno di legge sarà discusso in Senato dopo il 13 luglio. Guardiamo a san Giuseppe, a Maria e al Bambino e chiediamo loro con fervore di difendere la famiglia argentina in questo particolare momento. Ricordiamo ciò che Dio stesso disse al suo popolo in un momento di grande angoscia: «Questa guerra non è vostra, ma di Dio». Che ci soccorrano, difendano e accompagnino in questa guerra di Dio.
Grazie per quanto farete in questa lotta per la Patria. E per favore vi chiedo anche di pregare per me. Che Gesù vi benedica e la Vergine Santa vi conservi».

Federico Cenci – Agenzia Stampa Italia

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