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Ikea fugge da Perugia

(ASI) Perugia - Ikea è sinonimo di modernità, funzionalità ed efficienza. L’azienda svedese, che cresce a livelli esponenziali, sembrava potesse incrociare il suo destino con il mal messo comune di Perugia, sempre più solo e con uno spaventoso calo di iscritti nelle università, che affossa tutta l’economia.

Ikea sarebbe intervenuto con 400 milioni di euro, portando lavoro e valorizzando l’economia locale. Ma, come fu, per la fondazione Scorsese, pronta a investire per il festival del cinema di Perugia, anche gli svedesi hanno deciso di andarsene, stanchi dell’eccessiva e lenta burocrazia del comune e per la presenza di troppi comitati ed esposti. Il sindaco Boccali ha messo le mani avanti, dicendo che la componente politica non può nulla di fronte alla burocrazia e che dipende dal sistema generale. Affermazioni, quanto mai discutibili, dato che la compagnia svedese ha deciso di puntare sulla toscana. Così i perugini si vedono sfumare un’altra grande occasione per rilanciare questo bellissimo capoluogo sempre più inerme e incapace di gestirsi. Dopo l’omicidio Meredith, gli scandali della regione, la situazione vergognosa della droga, un’altra perla nera colpisce la collettività: fino a quanto i cittadini Perugia tollereranno questa generale situazione di disagio? I tempi sono difficili, ma se si complicano le cose e non si colgono al volo le opportunità, una rinascita è, a dir poco, utopistica. Povera Perugia.

Daniele Corvi-Agenzia Stampa Italia

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