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JFK adorava Hitler
(ASI) Il giovane John Fitzgerald Kennedy aveva un debole per i tedeschi e la razza nordica, " I tedeschi sono davvero troppo in gamba, per questo ci si mette tutti insieme contro di loro, per proteggersi". E' quanto si evince dai diari del giovane Kennedy, “John F. Kennedy. In mezzo ai tedeschi. Diari e lettere 1937-1945", pubblicati dallo storico tedesco Oliver Lubrich.

 

Se in passato qualcuno ha mosso l'appunto che JFK sia stato anche il responsabile della guerra nel Vietnam, ora i detrattori potrebbero moltiplicarsi.

Nelle sue note di viaggio John descrive non solo la bellezza dei paesaggi tedeschi ma sottolinea anche la predisposizione al genio del popolo germanico sentenziando, nel 1945, che Adolf Hitler sarebbe diventato una leggenda: " La sua ambizione sconfinata per il suo Paese ne ha fatto una minaccia per la pace nel mondo, ma lui aveva qualcosa di misterioso nel suo modo di vivere e nella sua maniera di morire, che gli sopravviverà e continuerà a crescere. Era fatto della stoffa con cui si fanno le leggende”.

Prima del 1945 Kennedy era già stato in Europa; in Italia aveva saputo apprezzare il fascismo che egli riteneva "la cosa più giusta per l'Italia e il comunismo la cosa giusta per la Russia".

Secondo Lubrich Kennedy non sarebbe stato un filo nazista, solo un giovane ingenuo affascinato dai fascismi.

Il padre di John Joseph era invece noto per le sue posizioni razziste ed anti semite. Idee che, tuttavia, non hanno influenzato troppo una persona passata alla storia per essere stata strenue difensore dei diritti civili degli afro americani.

Marco Petrelli – Agenzia Stampa Italia

 

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